Ail, sostenere la lotta ai tumori del sangue con i lasciti testamentari

Celebrare la vita, quella che non termina con la morte ma che lascia in eredità alle generazioni future un dono prezioso: la generosità e la cura per gli altri. E’ questo l’obiettivo della campagna di comunicazione dedicata ai lasciti testamentari “Cosa fai dopo la vita?” lanciata dall’Ail, l’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma. Da oltre cinquant’anni, Ail promuove e sostiene la ricerca scientifica per la cura delle leucemie, assiste i pazienti e le famiglie accompagnandoli in tutte le fasi della malattia con servizi adeguati alle loro esigenze, si propone di migliorare la qualità della vita dei malati e di sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro le malattie del sangue. L’associazione svolge inoltre attività a favore dei pazienti ematologici in collaborazione con le strutture pubbliche, sia universitarie che ospedaliere.

Negli ultimi anni, i proventi derivati da lasciti solidali sono aumentati in modo significativo e il presidente nazionale dell’Ail, Giuseppe Toro spiega che questo permette di supportare e incrementare importanti progetti di ricerca e assistenza. Nella maggior parte dei casi, sono le donne a lasciare le ultime volontà scrivendo di proprio pugno un testamento olografo, e spesso scelgono di devolvere parte del loro patrimonio a più enti no-profit.

Nel 2022, i fondi da lasciti solidali destinati dall’Ail, raccolti a livello nazionale e dalle ottantatre sezioni provinciali, hanno superato 2,5 milioni di euro. Negli ultimi dieci anni, la sede nazionale dell’associazione ha curato oltre cento pratiche testamentarie con un provento totale che ha superato otto milioni di euro, attestando un aumento graduale pari al 600%. Anche grazie ai lasciti solidali, oggi Ail può finanziare progetti di assistenza e ricerca di alto valore scientifico e sanitario in tutta Italia. Annualmente l’associazione sostiene centoundici centri di ematologia, garantisce cure domiciliari a più di millecinquecento pazienti in ventisei province, accoglie oltre milletrecento ospiti presso le sue case-alloggio in trentatre province e offre supporto a più di settemila tra pazienti e familiari-caregiver attraverso servizi socio-assistenziali durante tutte le fasi della malattia.

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