«Buonasera Trieste, vi sono mancato? Certo che sì». È iniziato così, con il consueto carisma e l’autoironia che da sempre lo contraddistinguono, il grande ritorno di Robbie Williams in Italia. Davanti a uno Stadio Rocco gremito da 28.754 spettatori, l’artista britannico ha dato vita a uno show memorabile, tra luci, video, musica e una scaletta mozzafiato. Per oltre due ore, Trieste si è trasformata in una festa collettiva, guidata da un frontman che sogna di diventare “il re dell’intrattenimento”, come lui stesso ha dichiarato.
Un viaggio tra hit e confidenze personali
Apre il concerto “Rocket”, inedito visionario lanciato dopo un video messaggio sul futuro dell’intrattenimento nell’era dei social. Robbie entra in scena in tenuta da astronauta, fluttuando tra realtà e fantasia, prima di atterrare sul palco con la sua energia esplosiva. Il pubblico esplode con “Let Me Entertain You”, e da lì il ritmo non cala più.
Con la sua solita verve, Williams racconta aneddoti, coinvolge i fan e si confida, parlando della sua famiglia, dei quattro figli e del sogno che da sempre lo accompagna: diventare il più grande showman vivente. «Michael Jackson è diventato il re del pop proclamandosi tale. Io voglio fare lo stesso con l’intrattenimento. Ma posso farlo solo con voi, perché tutto questo esiste solo se lo condividiamo».
Uno spettacolo pensato per lasciare il segno
Lo spettacolo è un mix perfetto di emozione e tecnologia: ballerini, fiati, un palco che si trasforma e sorprende, con tanto di giardino fiorito e un secondo palco nel cuore del prato. «Ho visto che lo avevano i Coldplay e lo ho voluto anche io», ammette Robbie con il suo sorriso da eterno ragazzo.
Il pubblico canta ogni parola di “Strong”, “Supreme”, “Rock DJ” e “Angels”, brani che hanno segnato generazioni e che, in una notte di luglio, sembrano appartenere a tutti. Williams si rivolge perfino al sé stesso adolescente: «Avresti mai immaginato che a 51 anni saresti stato qui, da solo, a riempire gli stadi?».
Una serata che resterà nella storia
Il palco, trasportato da 18 bilici, a cui si aggiungono altri 43 tra produzione artistica e locale, ha permesso una scenografia dinamica e sorprendente. Prima di Williams, ad aprire la serata, ci hanno pensato gli energici The Lottery Winners, tornati poi sul palco durante il concerto principale per condividere l’adrenalina di un evento unico.
Il risultato? Una notte irripetibile che ha emozionato, fatto ballare e riflettere. Perché Robbie Williams non è solo una popstar: è un narratore, un provocatore, un sognatore con una missione chiara. E se il suo sogno è diventare il più grande intrattenitore del mondo, a giudicare da Trieste, è già sulla buona strada.