Sono cinque: Alberto Cazzola, Lodovico Guenzi, Alberto Guidetti, Enrico Roberto e Francesco Draicchio. Insieme? Lo Stato Sociale. E con loro Mobrici, in una nuova collaborazione per l’uscita di “Per farti ridere”, il loro ultimo brano.
“Ciao, siamo Lo Stato Sociale, l’unica band di successo che non vanta tentativi di imitazione. E se molti penseranno: “per fortuna!”; molti altri si chiederanno “lo stato sociale chi?”. Il nostro nuovo disco di inediti arriva dopo 6 anni dal precedente, anni in cui abbiamo fatto tutto quello che ci pareva, forse troppo. Anni in cui abbiamo lavorato a questo disco pensando che non sarebbe arrivato mai il suo momento e invece eccoci qui. Il futuro è così: attraente e infame, ti invita ad affrontarlo per poi farti lo sgambetto. Ma il futuro c’è, non siamo senza futuro. Il futuro ci sarà, sarà deludente e allo stesso tempo così dannatamente sexy. Il presente è un futuro che non ce l’ha ancora fatta. Inizia il secondo tempo della nostra vita artistica, quella fase in cui si passa da giovani promesse a soliti stronzi, con un disco che racchiude tutte le cose che non troverete altrove: politico e sentimentale, intimo e sociale, stupido, sexy, futuro. Noi umili emiliani speriamo solo di poter entrare nelle orbite del cuore di qualcuno che vorrà ascoltare.”
Dopo “Fottuti per sempre” con Vasco Brondi e “Che Benessere!?” con Naska, Lo Stato Sociale torna con “Per farti ridere di me” con Mobrici, cantautore che ha da sempre la grande forza di saper dar voce alla sua generazione. Prima di augurare un buon viaggio a “Stupido Sexy Futuro”, il nuovo album di inediti in uscita venerdì 5 maggio, “Per farti ridere di me” sarà disponibile in radio e in digitale da venerdì 28 aprile.
Il brano – scritto da Lo Stato Sociale e da Matteo Mobrici e prodotto da Andrea Appino – è la lettera che arriva a distanza di tempo dalla fine di una storia d’amore, quando si capiscono gli errori commessi e si è logorati dai rimpianti, quando la voglia di urlare all’altra persona che in realtà qualcosa di buono la si è fatta davvero. E non resta che racchiudere tutto in dei versi e, nero su bianco, alzando il volume, si dà finalmente un senso a tutto e, soprattutto, quella storia ritrova la sua dignità nell’esistere di una canzone.