Geolier alla Federico II: “Qui posso solo imparare, non insegnare. Avrei voluto studiare di più”

Geolier ha tenuto un discorso davanti agli studenti all'università Federico II di Napoli. Ecco i passaggi più importanti.
Le parole del rapper
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Geolier è stato all’Università Federico II di Napoli, un appuntamento preceduto da qualche polemica. Infatti, alcune personalità locali hanno definito “assurda” la scelta di invitare l’artista a parlare all’interno dell’ateneo. Questo perché, secondo alcuni, si parlerebbe di un personaggio diseducativo per i giovani.

Il rettore Matteo Lorito, a tal proposito, ha detto: “Ci hanno tirato dentro a polemiche che non ci interessano, l’autonomia dell’Università è sacrosanta e con questo dibattito rispondiamo a tutte le critiche. Alcune preoccupate, alcune retrò, ma questa è l’università che noi vogliamo.”

E infatti, l’appuntamento è avvenuto e Geolier ha mostrato la sua grande umiltà di fronte ai ragazzi della Federico II. “Qua dentro io non posso insegnare niente a nessuno, posso solo imparare – ha dichiarato il 24enne – Non è una lezione, ma una chiacchierata tra amici e ho mille paure e mille ansie come le avete voi.”

A proposito di paure e di cultura, Geolier ha poi confessato: “Avrei studiato di più per comunicare meglio con le persone. Durante le prime interviste avevo paura di parlare: sono un ragazzo rionale, era strano dire una parola in italiano, forse quello è l’unico rimpianto che ho.”

Non solo questi però, gli argomenti. Ovviamente, il rapper ha parlato del suo stretto legame con la città di Napoli e col suo quartiere. “Quando voglio stare tranquillo sto nel mio rione: lì le persone non mi fermano, sanno che sto là per sentirmi a mio agio, tutti mi chiamano Emanuele e mi piace.”

Poi: “Tutti i pregiudizi su Napoli sono sbagliati. A Milano mi chiedono se esiste il casco a Napoli, i rapper vengono qui a Napoli e non indossano l’orologio, e io mi domando: Ma come? Vieni da Milano, che è la città con più reati, e poi arrivi qui e non ti metti l’orologio?

Infine, la famiglia. “Mio padre quando parla crea silenzio, ma ogni volta che parla è un insegnamento: lui è quello che vorrei essere da grande. La prima volta che mi ha fatto un complimento è stato l’altro giorno per L’ultima poesia, la canzone con Ultimo, mi ha detto “È proprio bella”. Quello che faccio è per loro, se loro sono orgogliosi di me va bene. Mi posso pure fermare, non mi interessa altro.”

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