Addio al Maestro Franco Battiato

La musica italiana dice addio al grande Franco Battiato, Maestro della canzone d'autore.

La musica italiana perde Franco Battiato versando lacrime che sgorgano come emozioni nate dalle sue stesse canzoni.

Il Maestro era nato a Riposto (allora Ionia), in provincia di Catania, il 23 marzo 1945. Si avvertirà la sua assenza, termine spesso utilizzato nei suoi testi da studiare, cantare e interpretare. La sua morte evidenzia l'estinzione della canzone d'autore che ha fatto la storia del nostro paese.




Abbiamo tutti perso il nostro "Centro di gravità permanente" e le sue considerazioni scritte e cantate sull'andamento socio-culturale del nostro stivale.

Battiato ha sempre sperimentato in modo non convenzionale tanti aspetti del pop italiano, mantenendo la coerenza della canzone d'autore.
Il suo stile personale capace di differenziarsi anche nelle cover, come in "Cuccurucucù Paloma" scritta da Tomas Mendez nel 1954 e cantata da Harry Belafonte, Julio Iglesias, Josè Feliciano e dallo stesso artista catanese.

Capace di personalizzare anche un classico degli Stones come Ruby Tuesday, inserito in Fleurs, Franco Battiato era capace di entrare nei nostri sentimenti e pensieri più profondi, toccando le corde dell'animo umano in "E ti vengo a cercare" per poi stupirci con il rock psichedelico di "Shock in my town".

Sempre un passo avanti negli arrangiamenti come in "Strani giorni", essenziale e profondo, amato dagli appassionati della canzone italiana come eccellenza d'autore ma, nello stesso tempo, capace di conquistare gli appassionati del Festivalbar e dalla Hit Parade.
Le parole da lui utilizzate per le sue canzoni sono spesso entrate nel nostro linguaggio quotidiano.

I testi delle sue canzoni, scritte da solo o da Mario Sgalambro, sono come pagine di libri pregne di aforismi, citazioni filosofiche e allusioni, che portano a concetti sempre chiari, semplici e fruibili, per quanto alte e solenni stilisticamente.

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