Tiziano Ferro a Kiss Kiss: “Senza attenzioni gli haters non esistono”

Tiziano Ferro è stato ospite in diretta su Radio Kiss Kiss, parlandoci del suo album e di sé a tutto tondo.
Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo avuto ospite Tiziano Ferro. Rivivi qui l’intervista con Max e Max.

Dopo un periodo di pausa, l’11 novembre è uscito il suo nuovo album. Qui in diretta abbiamo Tiziano Ferro!

«Buongiorno ragazzi! Diciamo che la pausa a un certo punto ce la siamo presa tutti, non l’ho esattamente scelto io.»

Però tu l’hai resa fruttuosa.

«È sempre importante. Il momento di incomodo non deve portare per forza all’autocommiserazione. Deve diventare qualcosa di produttivo per esorcizzarlo.»

Tiziano, in questo nuovo album si percepisce che hai scavato nel profondo. Si toccano tante tematiche, che è la tua caratteristica. Quanto c’è del passato e quanto c’è del presente in questo album?

«Scavare nel profondo non è proprio un’abitudine nuova, penso sia una sorta di obbligo morale, l’ho sempre fatto, otto quel punto di vista non c’è felicemente niente di nuovo. Sono fatto così, mi piace scrivere le canzoni solo quando c’è una certa urgenza. Chiaro che fotografare il tuo periodo quando hai 25, 30 o 40 anni fa sì che le foto cambino. L’atteggiamento è lo stesso, gli argomenti cambiano perché cambi tu. È interessante che quando avevo 25 anni, ma anche 30, pensavo “ormai hai detto tutto della tua vita, che altro vuoi dire?” e invece, poi, nella vita accade molto di più di quello che potevi immaginare. Se solo avessi saputo che sarebbero successe tutte queste cose.»

A proposito, l’apertura del tuo splendido album, cioè “Il paradiso dei bugiardi”, ci sembra un pezzo contro gli haters e gli ipocriti. Potresti riferirti a qualcuno in particolare.

«C’è una lista molto lunga!»

I nomi non li vogliamo, magari l’anagramma dei cognomi…

«Quello che sostengo in questa canzone è che ho fatto esistere io gli haters dando loro attenzione, perché senza non esistono. Quello che ripeto da un po’, dato che si parla spesso di haters e bullismo, è che c’è una caratteristica comune a tutte queste persone: sono dei grandi vigliacchi. Si nascondono, sono evasivi, se hanno la possibilità di dirti delle cose in faccia si nascondono.»

O ti chiedono l’autografo!

«Ti chiedono l’autografo, ti dicono “ma dai, scherzavo”, è vigliaccheria. La verità è che loro vivono in un terreno costruito dalla nostra attenzione, non sono fatti di nient’altro che quello. Ed è quello che dico nella canzone. C’è un momento molto sarcastico nel quale dico: “la tua ipocrisia è la tua arte, la ammiro, starei qui a disquisirne per ore, ma ho tre sere a San Siro”. Può sembrare un gesto di grande presunzione, ma in realtà è successo che dedicando attenzione a questi haters, ho quasi dimenticato le persone a cui volevo bene.»

Beh, Tiziano, come è andata la prima festa del papà?

«Beh, veramente strana. Ci arrivi che hai tanto da fare e non hai tempo di realizzare che è arrivata. Quindi, ricevetti un messaggio da mio padre, che oltre a essere un gesto bellissimo è anche emotivamente molto potente, perché ti riposiziona. Ho passato 42 anni a fare gli auguri a mio padre, da quando scrivevo la letterina alle elementari, e diventa quasi impensabile. Il suo messaggio è stato un risveglio spirituale, perché è vero che avevo già i bambini nella mia vita. Ma lui mi ha dato l’opportunità di fermarmi e capire che era vero, che in fondo me lo meritavo. La canzone parla di gratitudine, di miracoli, non parla strettamente di paternità.»

Si sono spesso commossi quelli che non hanno avuto la possibilità di celebrare questo passaggio.

«È vero, infatti per quello dico che parla di gratitudine, perché sono consapevole che quello che è successo è molto speciale.»

A proposito di canzoni, nel tuo nuovo disco ci sono tantissime collaborazioni. Siamo rimasti immediatamente impressionati dal brano con Sting. Ma come avete costruito questa canzone? È incredibile.

«Se guardate la tracklist, ho voluto che si scrivesse “Sting con Tiziano Ferro” nonostante sia il mio disco. Perché le gerarchie esistono e sono stato cresciuto con un grande rispetto per lui. Sting vive quasi sempre in Italia, ho scoperto che stava ascoltando il mio disco e la cosa è diventata surreale. È lui che mi ha chiesto di esprimermi su questa canzone. Ormai in 20 anni di carriera ho capito che più gli artisti sono grandi, più è facile collaborare con loro.»

Molti ci scrivono che ai tuoi concerti non rinneghi il tuo passato e canti i tuoi più grandi successi, che è una pecca che alcuni hanno. È vero?

«Infatti, credo sia un privilegio del quale gli artisti si privano. Cantare una canzone che riunisce più generazioni credo sia la cosa più bella dell’universo. Trovo autolesionista la scelta di non farlo. Quando avrò l’opportunità, e sarà la prima volta, di salire sul palco del Maradona, figuratevi se mi potrò privare mai della possibilità di cantare quelle che conosciamo tutti.»

Se non fai “Il regalo più grande” non esci dallo stadio, diciamolo chiaro e tondo!

«Ma certo che non esco, nemmeno ci entro io se non è in scaletta!»

Sarai allo stadio Maradona il 28 giugno perché il tuo tour TZN 2023 parte il 7 giugno da Legnano.

«Vi aspetto lì! Incastriamo un vostro conterraneo che mi aveva promesso di esserci, cioè Massimo Ranieri. Anche perché son sicuro che ne abbia piacere, ma spero non abbia date quei giorni. È una promessa che mi son tatuato nel cuore. Non oso immaginare cosa possa succedere se esce Massimo al Maradona, dovete fermare tutto.»

Ti lasciamo con tre messaggi di fila che sono arrivati con scritto: “Grazie Tiziano per quello che hai fatto per noi”, credo non ci sia messaggio più bello.

«È molto generoso, non credo di aver fatto niente per loro, ma è il bello della musica: arriva e ognuno la fa diventare la cura che vuole.»

Grazie a Tiziano Ferro, a presto!

«Grazie a voi, buona giornata.»

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