Nel corso della puntata di Dedikiss Marco e Raf hanno accolto negli studi di Radio Kiss Kiss i Pinguini Tattici Nucleari che ci hanno parlato del prossimo tour negli stadi, dell’uso dell’Intelligenza Artificiale nella musica e di molto altro ancora.

Altro che pinguini! Ormai sono diventati dei veri animali da stadio. In diretta su Radio Kiss Kiss una rappresentanza dei Pinguini Tattici Nucleari.
(Riccardo): Buon pomeriggio!
(Elio): Ciao a tutti!
Per noi che raccontiamo di musica è un piacere parlare con dei ragazzi che sono partiti credendo in un sogno, suonando nei pub e poi arrivano negli stadi di tutta Italia. Complimenti davvero!
(Riccardo): Io in realtà cammino cercando di non cadere mai per terra perché ho paura che sia un sogno in cui se cado a terra mi sveglio ed è tutto diverso. Rendersi conto di ciò che stiamo facendo mi dà i brividi. Più che altro anche per la fortuna che abbiamo avuto perché tantissime band girano per anni e anni solo per la passione, come abbiamo fatto noi e poi ad un certo punto è sfociato in questa cosa degli stadi e dei palazzetti. Siamo grati sempre di più ogni giorno che passa.
Ma come si conserva l’attitudine da band che suona ancora nei pub?
(Elio): Una cosa che ci aiuta è che siamo in tanti e amiamo prenderci in giro e farci gli sgambetti. Ogni tanto c’è qualcuno che ti fa ricordare che non siamo su una nuvola dorata, ma che siamo comunque persone che si sporcano le mani e fanno il loro lavoro con una delle cose più belle del mondo che è la musica.
Vi va di raccontarci cosa significa essere una band?
(Riccardo): Secondo me è una questione di equilibrio. Quando si è una band si è in più persone. Se uno va giù, ci sono tutti gli altri che lo tirano su, mentre quando un altro va su e si monta la testa, gli altri lo tirano giù. È un problema di equilibrio dinamico. Per me i gruppi di persone in generale, non solo le band, ma anche i gruppi di lavoro, funzionano per questo. Non credo molto nelle persone singole. Per noi ha funzionato bene.
Qualcuno per cui suonavate nei pub vi ha più chiamato per tornare?
(Riccardo): A questo proposito c’è una cosa che mi fa ridere. Ci sono delle tribute band nostre che vanno in giro a suonare la musica dei Pinguini in locali che all’epoca non hanno fatto suonare noi. Alcuni di questi gruppi li seguiamo su Instagram e ci chiedevamo come sono riusciti a suonare lì dove mandavamo tante mail e non ci hanno mai considerati.
Altro animale da stadio è Max Pezzali. Voi siete stati spesso indicati come successori degli 883 e di recente avete dichiarato di avere chiuso il feat con l’Intelligenza Artificiale. È una cosa che accade spesso?
(Riccardo): Abbiamo fatto un provino con l’Intelligenza Artificiale che gli abbiamo inviato e a lui gasava un sacco. È quindi iniziata così. Devo dire che nell’ambiente inizia ad essere usata tantissimo l’AI per un sacco di cose.
Ti piace utilizzarla?
(Riccardo): Si, anche se ci sono dei grandi pericoli per l’avvenire. Però quando il progresso arriva ci sono quelli che remano contro e che poi a lungo termine non hanno ragione. Bisogna incanalare il progresso e capire come sfruttarlo al meglio.
Perché poi c’è il rischio che il cantautorato italiano possa svanire con l’AI?
(Riccardo): Forse non il cantautorato. Al momento ti direi il pop da classifica che probabilmente è più algoritmico e spesso si basa su una formula. Mentre il cantautorato rischia meno. Non credo che l’AI possa fare un Brunori o altri.
Quindi voi sperimentate l’Intelligenza Artificiale con la vostra musica?
(Elio): Non si tratta di fare la canzone per scherzo mettendo il testo e chiedendo all’AI di creare una versione reggaeton. Il nostro è un utilizzo più profondo, come rielaborare dei sample o semplicemente pulirli se ci sono dei rumori di fondo. Cose che magari si facevano anche prima, ma ci voleva un’intera giornata di lavoro di un tecnico specializzato in quella cosa. Adesso è molto velocizzato. Saperla usare come uno strumento senza diventarne schiavo è una cosa utile.
(Riccardo): La tecnologia va tratta come una balena che non ci deve inghiottire, ma che dobbiamo cavalcare.
Voi siete grandi amanti del Festival e vi piace guardarlo. Infatti, commentavate nella vostra chat di gruppo che si chiama?
(Riccardo): Pinguini Musicisti Cascinisti. Il nome proviene da un posto a Bergamo che si chiamava Cascina o qualcosa del genere. Devo però dire che come band la gente pensa che siamo sempre insieme e tutto ciò che facciamo è poi condiviso con tutti. Anche mia madre è la madre dei pinguini! Quindi cascinisti nasce dal fatto che un giorno Elio andava spesso in questo locale e la gente postava dicendo che i Pinguini andavano alla Cascina. Noi non ci eravamo mai stati, tranne Elio. È quindi diventato un meme e per simboleggiare la nostra unione, siamo diventati tutti “cascinisti”.
Tra poco partirà il vostro atteso tour negli stadi che vi porterà a Reggio Emilia, Milano, Treviso, Torino, Ancona, Firenze, Napoli e Roma. Sarete a Napoli al Maradona il 28 giugno, uno degli stadi più importanti d’Italia.
(Riccardo): Per noi è un vanto incredibile pensare di essere partiti dall’altra parte d’Italia e con la nostra musica essere arrivati a tanti cuori qui a Napoli, al punto da riempire uno stadio. Se ci sarete ci renderete molto felici, ma già aver annunciato la data è emozionante.
Ci saranno ospiti?
(Riccardo): Non posso dire ancora nulla, però se ne vedranno delle belle. E anche dal punto di vista pirotecnico abbiamo creato uno show spettacolare.
Allora non ci resta che seguirvi in tour ad ascoltare la vostra musica. Dal 7 giugno i Pinguini Tattici Nucleari negli stadi! Grazie per essere stati con noi!