Mahmood: “A chi non credeva in me oggi non direi nulla: la cosa migliore è rispondere con i fatti”

Nel corso della puntata di Dedikiss Marco e Raf hanno avuto ospite in diretta Mahmood che è venuto a trovarci nei nostri studi per svelarci qualche anticipazione sul tour in partenza a maggio.

L’ospite di oggi è Mahmood!

Buongiorno!

Devi sapere che tu sei stato la nostra prima intervista esattamente 3 anni fa. E la coincidenza è che la prima domanda che ti abbiamo fatto è “Come stai” e tu ci hai risposto “Una Pasqua! Siccome adesso è periodo, noi te lo richiediamo. Oggi come stai?

Non una Pasqua! No, dai. Sto bene. Sono felice che tra poco iniziamo di nuovo con le prove del tour e tra l’altro voi non siete mai venuti a vedermi, complimenti! Mi raccomando. Il 21 maggio al Palapartenope. L’ultima volta che ho suona lì era Halloween e dopo ci siamo truccati per andare a ballare in una discoteca.

E da cosa ti eri vestito ad Halloween?

Non lo so neanche! Avevo tutta la faccia bianca e gli occhi neri. Era un personaggio inventato, dark e horror.

Parliamo del tour che stai preparando. Che significato ha in questo momento della tua vita e della tua carriera?

Questo tour per me è molto importante perché è la chiusura del progetto Nei letti degli altri. Si va a chiudere un percorso che è durato due anni e mezzo.

Stiamo mostrando in televisione le tue date. Bologna, Roma, Napoli, Torino e Milano. Parti dal 17 maggio a Bologna e giri poi tutta l’Italia. Tu sei tra gli artisti italiani più internazionali e attenti alle performance a 360°. Abbiamo anche visto che nel tour appari in versione astronauta. Che cosa dobbiamo aspettarci? Ci dai qualche anticipazione?

La versione astronauta è soprattutto perché il concerto è stato idealizzato come se fosse un viaggio. C’è una partenza con la navicella, che rappresenta la prima parte. Poi c’è il volo e infine si atterra. Si parte verso il mondo di Nei letti degli altri che è il racconto del disco e di ciò che ho vissuto negli ultimi due anni e mezzo. Quindi ci saranno tanti effetti scenici.

La foto della copertina del tuo ultimo singolo vede te da bambino. Se potessi dire qualcosa al te bambino cosa gli diresti?

Riguardandolo così gli direi “complimenti per la parrucca”.

Ma tu che tipo di bambino eri?

Così come mi vedi. Esaurito!

Quindi la costante della tua vita è l’esaurimento?

Esatto. Coerente con me stesso. Ero originale. Me ne fregavo abbastanza di ciò che stava intorno a me. Facevo sempre quello che mi passava per il cervello.

E se invece potessi incontrare qualcuno che non credeva in te, cosa gli diresti?

Forse non gli direi niente. Credo che a volte quando qualcuno non credeva in te la cosa migliore è rispondere con i fatti.

Tra gli artisti italiani sei quello più internazionale. Ti hanno già detto che se fossi andato all’Eurovision con Tuta Gold avresti vinto?

Si, certo. Però Angelina ha fatto bene. Tuta Gold è stata una cosa abbastanza inaspettata. Anche prima di andare a Sanremo non gli davamo grosse possibilità. Però alla fine sono queste le cose belle. Quelle che succedono a caso.

Il coreografo di Tuta Gold è Carlos Diaz Gandia, lo stesso che è diventato famosissimo grazie al balletto di Gaia. Aveva già lavorato con te e forse tu lo hai portato in Italia? Da quanto tempo lo conosci?

Il primo lavoro che abbiamo fatto con Carlos è stato Kobra, poi Klan. Io lo avevo visto su Instagram con una coreografia pazzesca e sono andato a Madrid a fare le prove. Ci siamo incontrati così e poi da lì abbiamo iniziato a lavorare su tutto.

Ma anche con Kobra, Klan e Tuta Gold avevate suoni onomatopeici? Come abbiamo visto con Gaia…

Si, si!

E che suoni usava?

Li cambiava tutti i giorni. Non li ricordo però gli viene dalla pancia quella roba. È proprio il suo modo per stare sul ritmo.

Un’altra persona con cui ti abbiamo visto è Sarah Jessica Parker, con cui vi siete incontrati per uno spot internazionale. È uno dei personaggi più famosi che hai incontrato o ce ne sono altri?

Ne ho incontrata di gente. Ma non mi ricordo i nomi. Non ho memoria. Ho preso da mia madre. Quando vai a Parigi alle sfilate vedi tutti.

Noi di solito chiudiamo le interviste con una challenge. Ad ogni traccia del tuo album abbiamo associato una domanda secca. Tu hai un minuto per rispondere a tutte queste domande e dovrai essere super sincero con noi.

Come sarà andato il gioco? Per scoprirlo guarda il video integrale dell’intervista!

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