Maccio Capatonda: «Sono ironico anche nel privato. Vorrei fare uno spettacolo teatrale»

Il comico, attore e doppiatore, Maccio Capatonda, si è raccontato ai microfoni di Radio Kiss Kiss con Pippo Pelo.

Fresco di partecipazione al programma “LOL 2 – Chi ride è fuori“, il comico, attore e doppiatore Maccio Capatonda è stato ospite di Radio Kiss Kiss con Pippo Pelo.

Pippo Pelo: «Hai detto che in LOL non ti sei piaciuto e che avresti voluto fare meglio. Cosa vuol dire?»
Maccio Capatonda: «Io vengo da un mondo molto diverso da quello di LOL, quindi performare davanti a persone dal vivo è stato per me un salto nel vuoto. Davanti a me c’erano dei mostri sacri, quindi ancora più difficile. Se lo rifacessi, cercherei di essere meno teso. Mi piacerebbe divertirmi di più, ecco. Ero un po’ teso e meno aperto, ma sono comunque contento di com’è andata.»

A cosa pensavi per non ridere?
«Per non ridere ero nel mio mondo e non calcolavo nessuno, questa era la mia tecnica, estraniarmi dal contesto il più possibile soprattutto quando c’erano delle performance, come quelle di Corrado e Virginia. Pensavo alle cose brutte, alla morte dei miei cari, queste cose aiutano molto. Avevo paura di ridere facendo dei personaggi e di ridere di me stesso, tipo quando dicevo delle barzellette che non facevano ridere.»

Per un comico è difficile ridere alla comicità di un altro comico?
«Io se i comici mi fanno ridere, rido alla grande. La comicità che mi fa meno ridere è quella un po’ “pecoreccia”, di pancia, quella un po’ terra terra; è old style, old school.»

Quando hai capito di voler fare il comico?
«Io ho capito che facevo ridere quando mostrai i miei film horror ai miei genitori, perché loro, invece che essere terrorizzati, ridevano. La loro reazione fu per me una cosa dolorosa. Farli tra i 12 e i 16 anni era una cosa che prendevo con grande serietà. Poiché li facevo male, ho scoperto il trash e l’ilarità per le cose fatte male. Lì ho iniziato a capire che forse la mia strada non era fare le cose troppo serie, ma fare la comicità in modo serio, con impegno.»

Qual è stato un momento della tua vita in cui hai sentito che per te ci fosse un nuovo inizio?
«Direi da due anni a questa parte. Da quando mi sono trasferito da Milano a Roma, dopo diciannove anni, il trasferimento ha segnato per me una sorta di nuovo inizio e di nuovi progetti mai fatti prima. Ho fatto un libro, un film come attore che deve ancora uscire e adesso ho fatto LOL, e mi piacerebbe fare anche uno spettacolo teatrale. Tutte cose strane e diverse. Ogni lavoro è un nuovo inizio e lo affronto con uno spirito sempre nuovo. Ogni nuovo progetto è un mondo da scoprire.»

Sai di essere terapeutico?
«Non lo sapevo, ma l’ho scoperto grazie ai messaggi che mi inviano le persone. Questa scoperta è uno dei motivi che mi spinge a fare questo lavoro.»

Ti sei mai posto il problema di non piacere a qualcuno?
«Sinceramente, no. Non me lo sono mai posto. Penso che è giusto non piacere a tutti, perché le persone sono diverse, ognuna ha un suo umorismo. Il mondo è vario, va più che bene non piacere a chiunque.»

Nella tua vita privata sei sempre così ironico o sei più riflessivo?
«Sono molto ironico anche nel privato, faccio battute, ma sempre con tono molto serio, quindi molte persone non capiscono se sto scherzando o meno. Poi ho anche un lato molto serioso e a volte paranoico. E mi faccio anche molte “PippePele” mentali. Comunque, sono abbastanza ironico. Non sono quasi mai serio.»

Ti sei mai sentito in imbarazzo per una battuta che hai fatto?
«Non mi ricordo. Forse è successo troppe volte e non me ne viene in mente una.»

C’è qualcosa che vuoi dire ai nostri ascoltatori?
«Dirò una cosa molto importante, che mi sta cuore e che volevo dire da molto tempo ed è questa: NIENTE!»

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