Luchè: «Nell’album “DVLA” il mio bisogno di esprimermi e di fare musica che mi piace»

Luchè è stato ospite a Radio Kiss Kiss per presentare il suo nuovo album "Dove Volano Le Aquile" (DVLA) uscito lo scorso 1 aprile.

Luchè è stato ospite negli studi di Radio Kiss Kiss per presentare il suo nuovo album "Dove Volano Le Aquile" (DVLA).

Abbiamo aspettato molto per il tuo album.
«Eh, sì. Sono stati due anni difficili. Ho voluto scrivere tante cose e ci ho messo tempo, però finalmente l'album è uscito.»

In questo nuovo progetto ti sei occupato di tutto. Lo possiamo definire un concept album?
«Assolutamente sì, a partire dal titolo e per tutto il progetto, anche se non si capisce in modo immediato. Va spiegato. L'idea della grafica era mia, poi è stata realizzata da Giorgio Di Salvo. Molte delle produzioni le ho fatte io, altre le ho fatte insieme ad altri, altre ancora le hanno fatte i producer con cui lavoro, però io sono sempre in studio con loro. È un lavoro collettivo con alla base il mio gusto.»

Questo nuovo album vuole essere un manifesto completo della tua arte?
«Sì, e mi fa piacere si percepisca. Ormai la soglia di attenzione è sempre molto bassa, le persone sono troppo superficiali e la cosa triste è che il pubblico guarda i numeri degli artisti. Io sentivo il bisogno di esprimermi e di fare la musica che mi piace. Volevo fare un disco in cui è la musica ad essere protagonista. Sembra strano doverlo dire ancora nel 2022, ma bisognerebbe riportare in vita l'arte di ogni singolo artista. Questa cosa si perde un po' di vista, privilegiando i numeri. Dopo i primi giorni in cui i protagonisti sono i numeri, è la musica che poi resta nel tempo. Per me ciò che conta è il disco, anche perché i numeri si possono fare in tanti modi.»

C'è una metafora nascosta nel titolo "Dove Volano Le Aquile"?
«L'aquila per me rappresenta l'ambizione di fare qualcosa di grande, di fare un bel disco e di spingersi oltre. Poi l'aquila vola fino a Marte, il pianeta della guerra, che rappresenta un po' tutte le mie battaglie fatte durante la mia carriera. E va oltre.»

Ci parli del tuo pezzo "D10S" con la featuring di Elisa?
«Maradona per me è un'icona intoccabile e non paragonerei mai a lui, ma il suo stile di vita, la sua mentalità e il suo percorso hanno delle affinità con me. Maradona è stato tanto criticato, amato da molti e odiato da altri. Io, però, ho sempre percepito il suo essere sincero, sempre rivolto verso i più deboli; seguiva i suoi ideali e non è sceso a compromessi. Se ha danneggiato qualcuno, ha danneggiato solo se stesso. Perciò mi sentivo vicino a Maradona persona e ho voluto dedicargli questo pezzo. All'inizio del brano metaforicamente si parla di lui, ma poi nella seconda parte parlo di me e della mia vita.»

Come mai la scelta di fare un pezzo con Elisa?
«È stato un caso. Io e lei già volevamo collaborare da un po'. Lei mi aveva mandato questa melodia in tempi di Covid, quindi quando eravamo a distanza. L'ho tenuta fino a quando non ho trovato il pezzo adatto in cui inserirla e poi ho scritto io il testo. Le spiegai la mia idea e le piacque tanto.»

Volevamo farti i complimenti per il brano "Slang" con Fabri Fibra per il beat…
«Grazie, mi fa piacere. Io ho prodotto la seconda parte, dove c'è il cambio di beat, in cui si riprende Fabri Fibra con "Quorum". Il cambio di beat qualche volta si fa in America, lo fanno alcuni artisti che ascolto.»

La canzone "Over" con Geolier è l'unica dell'album in napoletano. Vuole essere una dedica al tuo passato o un'investitura ufficiale a Geolier?
«Entrambe le cose. Geolier sta portando avanti quello che noi dei Co'Sang avevamo iniziato anni fa. Volevo fare un pezzo con lui che avesse anche un po' di storia dentro. Un omaggio al brano originale e a quello che aveva rappresentato per Napoli. Aggiungere il beat di "Int’o Rione" vuole essere un omaggio a quello che è stato, dichiarando che ciò che abbiamo fatto sta continuando con Geolier.»

Ci spieghi la differenza tra le pietre e le aquile, di cui parli nel brano "Le pietre non volano"?
«Le pietre rappresentano le persone quando si sentono inferiori agli altri, altri che sembrano sempre più felici e con un successo più grande, e questo è dovuto anche ai social. Chi vive questa situazione vede le altre persone come diamanti, rocce, stelle, e si sente sempre più piccolo. La metafora è: poiché "Le stelle non finiscono mai, le rocce fermano i mari, i diamanti fanno ricchi gli umani", le pietre che fanno? Non volano.»




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