Levante: “La disparità di genere nella musica è radicata. Che fatica la copertina di Opera Futura!”

Ospite nei nostri studi, Levante ci ha parlato del suo nuovo album, del concerto all'Arena di Verona, di recitazione e tanto altro.
Levante è stata ospite in Dedikiss.

Con “Vivo” sta spopolando nelle radio, è uscito anche il suo nuovo album “Opera futura”, a settembre sarà anche all’Arena di Verona, è con noi Levante!

«Ciao, che belli che siete! Siamo al secondo incontro.»

In poco tempo. ci siamo visti a Sanremo. A proposito, come è andata a Sanremo?

«È andata bene, me la sono proprio goduta, nel senso che mi sono divertita, ho fatto quello che mi pareva, sono scesa da quelle scale con tutta la grinta che volevo trasmettere. Insomma, mi sono divertita un sacco.»

“Vivo” è arrivata 23 esima a Sanremo, ma è tra i pezzi che stanno avendo più successo in radio. Ci avevi detto che è una canzone che ci mette un po’ ad arrivare.

«Sì, arriva lentamente e cresce sempre di più.»

Ci sono pezzi come il tuo o quello di Ariete che vengono un po’ riscoperti dopo. Come te la spieghi?

«Non saprei dirti. Lo faccio in maniera istintiva e naturale. Anche con Tikibombom era stato così. Se alla mia musica dai la possibilità di farsi ascoltare ti arriva. Credo che sia il linguaggio poco immediato, anche le sonorità. Eppure Vivo è di impatto, è muscolare, non dico neanche chissà quali stranezze, sono frasi molto semplici. Ma il concetto che c’è dietro era un po’ complicato, forse questo ha fatto da contrasto.»

Già tre anni fa avevi evidenziato a Sanremo la questione del divario di genere. Quest’anno tra i cinque finalisti neanche una donna, pensi che sia un caso?

«Diciamo quello sulla disparità di genere è un discorso molto serio e lungo. Per quanto riguarda il contesto sanremese, credo che la questione sia alla radice. E non solo nella scelta dei brani, e quindi degli artisti in gara, ma proprio del contesto musicale radicato, che vede spesso prevalere un numero maggiore di uomini, di autori e interpreti maschi. Però la cosa bella è che in realtà c’è un sottosuolo di interpreti femminili molto vasto. Bisogna solo farle uscire fuori, è questo il punto. Se parte una spinta forte da lì, anche a Sanremo potrebbe esserci una presenza femminile più forte.»

Ci racconti di quest’album “Opera Futura”? Le tue copertine sono sempre molto simboliche, tra gli elementi di questa copertina notiamo il verde, un cigno, ci ha colpito molto.

«Sì, sono molto cervellotica. Opera Futura è stata riempita di verde, perché è un disco che ha come tema ricorrente la speranza. Nello studiare la copertina, dato che le copertine dei dischi le studio sempre io, ho avuto la fortuna di trovare una frase di Emily Dickinson che dice “la speranza è quella cosa piumata”. Allora, ho pensato a cosa fare. Il cigno è quella cosa piumata che raffigura la speranza, la bellezza; è un volatile che sa stare sia in terra che in cielo che in mare. Nel domani, ovunque tu sia, ci saprai stare.»

Sa stare ovunque, anche in braccio a te!

«Io ero terrorizzata, mi hanno detto che i cigni sono aggressivi. È arrivata una signora che mi ha detto “questo è quello più tranquillo che ho”. Era tranquillo, ma non voleva farsi fotografare. Io lo tenevo, dieci chili di cigno sulle gambe, e lui faceva un giro strano col collo e si metteva sotto il mio braccio. Sono pazzeschi. A un certo punto gli ho preso il collo ed è uscita la foto finale. È tutto verissimo, è stato emozionante. Siamo stati obbligati a utilizzare quella foto perché nelle altre cento la mia faccia era emozionatissima. Gli animali hanno questo potere, ti danno un’energia pura, non hanno altri fini.»

levante in dedikiss

Levante, cantautrice, scrittrice, è uscito al cinema anche il film “Romantiche” con regia della bravissima Pilar Fogliati, dove hai curato la colonna sonora e c’è anche un tuo cameo. La recitazione ti intriga?

«È una domanda che mi fanno da anni. Non ho mai voluto approcciare al cinema e al teatro perché penso ci sia gente molto più brava. Però, finché uno non studia e non si prepara, non è il caso di lanciarsi in certe avventure. Ma se dovesse capitare l’occasione studierei e mi impegnerei. Sono cose da prendere con una certa serietà. Quando ho dovuto fare questo cameo e dicevo a Giovanni Veronesi “tu sei sicuro di volermi far fare questa cosa?” Ho fatto le mie battute e mi ha detto che sono brava e convincente. Il primo a dirmi che dovevo fare cinema fu Corrado Fortuna, che in un video che giriamo insieme mi disse che ho la faccia da cinema. Non si sa mai, non dico di no.»

Ti piacciono le sfide.

«Sì, mi piacciono tutte le cose creative, che possono diventare belle. Se domani mi dici che vuoi fare un murales io ti dico di sì.»

Pilar Fogliati l’abbiamo anche apprezzata in un video su YouTube dove fa perfettamente gli accenti dei vari quartieri di Roma. Ma qui c’è anche una sua interpretazione di una ragazza siciliana. Le hai dato qualche consiglio?

«No, guarda, mi piacerebbe aver contribuito ma no. Pilar ha frequentato Palermo per tanti anni e ha assorbito la parlata. Tanto che il suo modo di parlare è proprio palermitano, non catanese come il mio. In una parte del film Pilar dice la frase “ma dici vero?” che noi non diciamo.»

La Sicilia è la tua terra d’origine, le tue radici, il tuo passato. Ma, visto che il tuo album si intitola “Opera futura”, adesso vogliamo fare un gioco con te sul futuro. Lo abbiamo chiamato “gioco sul futuro”, molto basic. Hai presente le capsule del tempo? I contenitori pensati per durare nel tempo e salvaguardandone il contenuto. Ti chiediamo quindi quali cose tue preserveresti per assicurarle al futuro e dare l’opportunità di interpretare Levante nel 3023. Vediamo cosa vuoi preservare. Un tuo giocattolo da bambina.

«Il camper. Perché per un capriccio mi fu distrutto da papà due giorni dopo avermelo comprato e me lo riprese due giorni dopo. Fu come dire “occhio che tutto quello che hai non ti è dovuto”. È stato un bell’insegnamento.»

Una tua foto.

«Forse la foto di me che canto in prima elementare vestita da “sicilianuzza”, quindi col velo in testa, la gonnellina tradizionale sicula, mentre canto Vento dell’est a una recita natalizia.»

Una tua canzone del passato.

«Alfonso, che è un cavallo di battaglia.»

Il disco non tuo che ti rappresenta di più.

«È molto difficile. Pe il momento in cui sono vi dico AM degli Arctic Monkeys.»

Un libro che hai letto.

«Visto che deve descrivermi nel futuro, vi direi L’arte della gioia di Goliarda Sapienza.»

Un tuo messaggio audio, a questo punto lo facciamo in diretta. Racconta Levante a chi ti sta ascoltando nel 3023.

«Ciao, sono Levante, è il 2023. Se questo audio sta arrivando nel 3023 vuol dire che siamo tutti sopravvissuti, quindi molto bene. Sono speranzosa, perché avevo scritto un brano che si intitola Andrà tutto bene, quindi benissimo. Sono una cantautrice, una scrittrice, forse qualcuno mi vedrà anche nel cinema, chi lo sa. Scrivo per me stessa, ma ho capito di scrivere anche per gli esseri umani e non per la gloria. Spero che la tua musica sia arrivata fino a te.»

Prima di salutarci non possiamo non parlare di una data importante: il 27 settembre.

«Io vi aspetto tutti all’Arena di Verona. È una cosa immensa, ci stiamo preparando psicologicamente perché il tempo stringe. Settembre sta arrivando, ci stiamo già organizzando perché sarà un evento magnifico.»

Grazie Levante per essere stata con noi. Kiss Kiss a te!

«Kiss Kiss a voi!»

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