Jimmy Sax: “Sono ‘sposato’ col mio sassofono. Per un brano ho registrato il cuore di mio figlio”

Jimmy Sax è stato ospite negli studi di Radio Kiss Kiss per raccontarci la sua musica, il suo tour, ma anche qualcosa della sua vita privata.
Jimmy Sax è stato ospite in Io, tu e Kiss Kiss.

Quando sentiamo “No Man No Cry” siamo le persone più felici del mondo; oggi è una serata speciale perché è venuto a trovarci Jimmy Sax! Ciao Jimmy!

«Ciao ragazzi!»

Un milione di followers, mezzo milione di stream, 53 concerti in Europa, 130 mila biglietti venduti, due dischi d’oro e due dischi di platino: Jimmy Sax nella sera di Radio Kiss Kiss. Hai cominciato da piccolo a suonare il sassofono, a cui sei strettamente legato. Come è nata la passione per questo strumento?

«Ho prima scoperto la passione per la musica e poi per il sassofono, che ho iniziato a suonare a 10 anni. Mi sono appassionato a musicisti francesi che usano molto il sassofono, come Jean-Jacques Goldman. Già guardando come veniva suonato mi piaceva, e poi ovviamente ho amato le canzoni.»

Tu sei “sposato” con il sassofono, è praticamente un matrimonio.

«Certamente. Ho detto molte volte che è come un matrimonio. A volte amo il mio sassofono, ma altre lo odio. Può essere doloroso per la bocca, è pesante e sai che devi esercitarti tantissimo per migliorare. È stancante, ma è appassionante. È amore e odio. Ma sono sposato, e sono il tipo di ragazzo che si impegna in amore.»

Sei nato a Marsiglia ma hai un legame indissolubile con la città di Napoli. Ce lo racconti?

«Ci sono connesso facilmente. Napoli e Marsiglia sono città gemelle. Sono nato e cresciuto a Marsiglia e mi sono trasferito a 26, 27 anni. Mi sento quasi a casa a Napoli, soprattutto perché il mio management, il mio agente e tutti i musicisti della mia orchestra sono di Napoli. Mi sento anche connesso al mare. Ci sono tante similitudini tra Marsiglia e Napoli, potrei parlarne per ore.»

Poi anche per il cibo, la pasta, la pizza.

«Sì, certo! [ride, ndr

Abbiamo ascoltato “Better Days”, con Paga. Quali sono le sensazioni per aver registrato un pezzo del genere e com’è arrivata la sua realizzazione?

«A dire il vero, è una canzone che ha avuto un lungo processo. Paga è molto conosciuto in Francia, ma più in tv che nella musica, ma è sempre stato un produttore. Mi ha mandato l’inizio del brano un anno fa, la scorsa estate, e abbiamo provato a registrarla già da allora. Ma c’è stato un lungo processo per trovare la giusta melodia vocale e la giusta energia per una canzone estiva che devi poter ballare e che ti deve divertire. Non è un pezzo pretenzioso, ma è sempre fantastico comporre questo tipo di musica, collaborare con artisti differenti e mettermi al di fuori ella mia comfort zone. Ci tengo anche a ringraziare la cantate, si chiama Gloria e anche lei è di Napoli.»

C’è il tour che è già partito a Matera e va avanti in luoghi storici dell’Italia, siti archeologici e località da visitare, oltre al mare di Taormina e di Ragusa, che dura fino al 5 agosto. È un tour completamente nuovo diretto dal maestro Vincenzo Sorrentino. Che effetto ti fa cambiare spettacolo in parte e quali sono le novità?

«Inizialmente non eravamo convinti di fare questo tipo di format con questa orchestra. Ma per via del successo dello scorso anno, abbiamo deciso che, nel caso, lo avremmo fatto in posti meravigliosi, solo località archeologiche. A quel punto abbiamo deciso di fare uno show con 25 musicisti sul palco. Inoltre, sicuramente non voglio che le persone che hanno visto il concerto lo scorso anno vivano la stessa esperienza. Quindi, ho scelto di cambiare molte cose. Non preoccupatevi, suonerò No Man No Cry, non è un segreto, e anche Time. Ma ci saranno molte sorprese, è stato un processo complesso costruire un nuovo show, decidere se una canzone andava bene o la sequenza dei brani. Fare la setlist è un incubo per me, sai, non è facile raccontare una bella storia. Lo stesso per la lista di canzoni in un album. Non puoi metterle a caso, devi scegliere. Fare queste cose come nuovi musicisti è molto difficile, il mio primo show è stato “ieri”. Abbiamo una grande orchestra, con una grande sezione di fiati, bisogna portare un’energia nuova.»

E Radio Kiss Kiss è la radio ufficiale del tuo tour!

«Sì, grazie!»

Romeo e Cesar, i tuoi figli, come stanno? E soprattutto, quando li vedi?

«Sfortunatamente, il tour dura due mesi, non vedrò la mia famiglia per due mesi. Questa è la parte difficile del mio lavoro, ma farò questo bellissimo tour in Europa e sono contento che Radio Kiss Kiss sia media partner, grazie davvero, è importante avere un partner come voi.»

Hai registrato il battito cardiaco di tuo figlio Cesar all’interno di una canzone. È qualcosa di una dolcezza unica.

«L’ho registrato durante un’ecografia, quand’era nella pancia di mia moglie. Ho detto al dottore “aspetta, devo registrarlo!” e l’ho messo in una canzone. Mio padre se n’è andato esattamente un anno prima che arrivasse Cesar. Mio padre è scomparso il 5 gennaio e Cesar è arrivato il 7. La canzone è sul cerchio supremo della vita. Dovevo metterci un valore aggiunto, e credo che il battito di Cesar dia un tocco speciale alla canzone, è una cosa abbastanza forte che mi ha permesso di descrivere tutto ciò.»

Grazie Jimmy per essere stato con noi!

«Ciao, Kiss Kiss a tutti!»

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