Ermal Meta: “Con Mediterraneo ho cercato di unire tutti i sud del mondo”

In Io, tu e Kiss Kiss in diretta dal Pitti Pizza & Friends di Salerno Stefano Piccirillo ha avuto il piacere di parlare con Ermal Meta della recente paternità e della sua musica.

Oggi in diretta al Pitti Pizza & Friends un nostro amico, Ermal Meta. Ciao Ermal!

Ciao a tutti!

Questa è un’estate di tour?

Si, questa è un’estate di tour che per me è iniziata già da maggio, quando è uscito il mio album Buona fortuna e quindi da quel momento non mi sono più fermato.

E com’è essere papà? Ti cambia, a parte la vita personale, ma anche professionalmente.

Cambia delle dinamiche. Appena riesci torni a casa, non ti prendi dei giorni off. Mia figlia è piccola, ha due mesi e mi sono trovato papà da un giorno all’altro. È una cosa che accade in un secondo e anche se lo sai già prima…

Com’è quello switch là in quel momento? Lo sai da mesi ovviamente…

Eh quando la vedi è un’altra cosa. È un imprinting.

Chi ha deciso il nome Fortuna?

Insieme.

Ma ti cambia anche l’espressione? Perché noi ci conosciamo da parecchi anni e devo dire che hai uno sguardo rilassato che è differente da stanco, ma molto posato e guardi il tutto come se fosse una sorta di bolla. Questa è la sensazione.

La verità è quella perché in fin dei conti cominci a togliere un po’ il superfluo, almeno nel mio caso è stato così. Ti liberi un po’ delle cose superflue e quelle cose che ti sembravano grandi prima, poi non ti sembrano più grandi.

C’è differenza nel valore che attribuisci alle cose che fai. Per esempio, la canzone per Braccialetti Rossi era una scarica di adrenalina, ma adesso la vivresti in maniera diversa.

Io in questo momento vivrei diversamente qualunque cosa perché mi rendo conto che la cosa più bella che posso fare è tornare a casa e prendere tra le braccia mia figlia.

Sei bellissimo con questi occhi!

È bellissima lei!

Parliamo di stasera. L’impatto che hai con gli eventi non è più normale. È sempre eccezionale perché dai un valore aggiunto ad ogni manifestazione. Che sensazione ti ha dato mettere insieme due valori di vita importanti come il cibo e la musica?

Io ho un legame con questa manifestazione da tanti anni. Non so se voi vi ricordate, però io la prima volta in cui sono venuto a questa manifestazione correva l’anno 2006. Ero con gli Ameba 4 e avevamo appena fatto Sanremo. Nel corso degli anni ci sono ritornato e naturalmente è un evento che unisce due cose importanti. L’amore per la vita e il rispetto per il cibo.

Con il tuo ultimo singolo mi porti quasi in un mondo world music, cioè io vedo tutto il mondo con Mediterraneo. L’arrangiamento di questo pezzo mi fa volare lontano con la geografia.

Hai ragione. Ho cercato di unire i sud del mondo in questa canzone perché per noi il Mediterraneo rappresenta un estremo sud. Solo che c’è stato un periodo in cui il Mediterraneo rappresentava il centro del mondo. Pian piano questo centro si è spostato e il Mediterraneo è diventato una regione di periferia. È cambiato il suo colore, la sua dimensione. Solo che è uno di quei mari che cambia a seconda della posizione in cui ti metti per guardarlo. Ti rendi conto che non si possono mettere dei confini.

Così come non si possono mettere confini ai buoni propositi della persona. Tu prima mi hai detto una cosa bellissima. Bisogna eliminare i cattivi dal mondo.

Emarginarli, più che eliminarli.

Eliminare la cattiveria, non fisicamente, però arginare la cattiveria.

Lo fai attraverso i figli. I buoni, gli onesti e i generosi credo che siano in minoranza.

Quella che poteva essere la difficoltà artistica che hai incontrato nella vita, prima con gli Ameba 4, poi con La Fame di Camilla, da solo e poi in coppia con Fabrizio Moro, come vedi oggi tutto questo?

Guarda, io non ho mai vissuto una difficoltà artistica perché ho sempre saputo cosa fare. La vera difficoltà la vivi nell’esprimere la tua arte davanti alle persone poiché il più delle volte ti mancano le opportunità. Quando sei emergente, man mano che vai avanti ti mancano le opportunità. E attraverso queste ultime riesci ad esprimerti sempre di più. Quello che porta difficoltà a volte è l’ascoltarsi che è la cosa fondamentale. Ogni grande canzone nasce dal silenzio, non soltanto di quello che è intorno, ma anche da un silenzio interiore. È una sorta di calma. La pace è fondamentale, conservarla nel tumulto dell’arrampicata è una cosa davvero molto difficile. Ecco perché questo lavoro è fatto d’attesa. Bisogna imparare ad attendere e a cogliere le opportunità.

Ci sono dei momenti in cui devi sapere aspettare, fare un passo indietro o due avanti, ma bisogna mantenere il comune denominatore che è l’amore verso quello che fai.

L’amore anche per la gratitudine verso il pubblico. Saper riconoscere il fatto che quelle persone stanno lì perché la tua energia e quello che hai scritto le ha unite e in quel momento davanti a te c’è una piccola famiglia.

Ti faccio l’imbocca al lupo per tutto. Kiss Kiss a te Ermal Meta, grazie!

Grazie a tutti voi. Ciao amici!

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