È appena uscito il suo nuovo singolo con Alvaro Soler, “Non dire una parola”, che è già in tendenza su YouTube.
È venuta a darci “Due Kiss a Distanza” la regina delle hits, Baby K!
Una collaborazione che sorprende, con il lancio del singolo alle porte dell’autunno e non in piena stagione estiva: “Ci eravamo detti tempo fa che avevamo la volontà di collaborare” – esordisce Baby K – “però avendo uno stile non prettamente uguale serviva il brano giusto. Io gli ho proposto questo brano e lui ha subito detto di sì, il che per me è stato un regalo enorme e ne sono molto contenta”.
La tematica su cui verte il brano è il costante oscillamento tra la voglia di libertà e la paura di rinunciare ad una storia importante. Ma allo stesso tempo, secondo l’artista, libertà e amore sono due ingredienti fondamentali in una relazione.
“Devono coesistere.” – afferma – “Perché la libertà è una cosa che riguarda la sfera personale e, come cito anche in un altro brano del mio disco, c’è una differenza tra l’idea di possesso e il senso di appartenenza. La storia diventa molto difficile quando qualcuno ti mette nella condizione di dover scegliere e quindi significa che c’è qualcosa che non va. L’ho vissuto anche personalmente sulla mia pelle. È importante quindi anche la libertà nella coppia.”
In un ambiente quasi completamente dominato dagli uomini, quello del rap, si è fatta orgogliosamente spazio divenendo la donna che ha ottenuto maggiori successi. Alle donne che si trovano a fronteggiare contesti lavorativi dove la figura dell’uomo è ancora privilegiata, ha dichiarato: “Sicuramente la cosa più importante è il non aver paura di cantare la propria strada senza dover ricorrere a ripari o doversi affidare a qualcuno. Io provengo da una lunga gavetta, è importante la costanza, l’originalità e anche la preparazione. La strada non è immediata, però a volte le storie più lunghe poi portano a mete ancora più grandi.»
Infine, Baby K si è detta profondamente toccata dalla tematica del multiculturalismo, tanto da ricercarla nella sua stessa musica, esplorando mondi diversi e dando vita a uno straordinario mix di stili.
“Queste sono tematiche molto importanti, ma che sento anche molto mie.
Quando sono arrivata in Italia facevo fatica a vedere diverse tonalità di pelle in giro, ma oramai l’Italia sta alla seconda o alla terza generazione di immigrati. Però è bello aver visto anche, in quest’anno, sui social, tanti discorsi che riguardano l’inclusione.”
La mia musica rispecchia proprio questa voglia di multiculturalismo perché è molto ibrida, si affaccia anche a generi non italiani. Esploro il mondo latino, il mondo urban… C’è maggiore attenzione a queste tematiche ed è bello vedere che c’è una maggiore apertura, ma c’è ancora strada da fare perché dobbiamo renderci conto che essere italiani significa anche portarsi alle spalle altre culture. Un conto è la nazionalità e un conto è la propria matrice culturale, possiamo essere multiculturali pure essendo italiani.»
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