Cristina Donati Meyer: “La mia opera per la parità di genere”

Ne I corrieri di Kiss Kiss è stata ospite l’artista milanese Cristina Donati Meyer, che nelle scorse ore ha esposto la sua discussa opera a Napoli, in risposta a quella di forma fallica di Gaetano Pesce.

Abbiamo al telefono e le diamo il benvenuto a Cristina Donati Meyer. Ciao Cristina!

Buonasera a tutti!

Ricordiamo per chi si è collegato adesso con noi che Cristina Donati Meyer è l’artista meneghina che ha installato a Piazza del Municipio a Napoli in risposta a Tu si’ na cosa grande di Gaetano Pesce la sua Grande Bellezza. Ma che cosa rappresentava?

È una vulva di notevoli dimensioni.

Fatta come? Abbiamo la curiosità di conoscere anche i materiali…

È fatta con varie stoffe, colla, brillantini, pezzi di lana. È un multimateriale.

Il messaggio mi sembra abbastanza chiaro, tu l’hai anche detto più volte. Era una risposta a quello che tu hai definito patriarcato.

Esatto. Ho voluto bilanciare per la parità di genere, dove c’è questa opera di Gaetano Pesce Tu si’ na cosa grande che è palesemente un fallo. Ho voluto accostare una vulva per avere un giusto bilancio tra i generi.

Tu non hai giocato sul doppio senso? L’opera di Gaetano Pesce è un Pulcinella, ma chi vuole ci vede un fallo. Tu volevi proprio rappresentare una vulva? Non è che volevi fare un’altra cosa e chi vuole ci vede quello?

No, io sono andata a gamba tesa, senza mezzi termini. Poi, se posso permettermi, Pulcinella è di un meraviglioso bianco e nero. Questo sembra più un arlecchino. Però è un mio modestissimo parere.

Quanto tempo ci hai messo a fare la tua opera?

Mi sono messa all’opera poco dopo l’installazione di Tu si’ na cosa grande. Quindi erano più o meno i primi di ottobre. Da lì mi sono subito messa al lavoro.

Quando sei andata a Piazza Municipio, in quanto tempo l’hai montata?

L’installazione è stata abbastanza breve.

Quanto tempo è passato da quando sono arrivati carabinieri e polizia municipale per toglierla?

Poco dopo.

E il feedback che ne hai ricavato qual è stato?

Qualcuna era d’accordo con me ed ho avuto la sua solidarietà. Qualcun altro non apprezzava né l’una né l’altra.

Ma dov’è adesso? Te l’hanno riconsegnata?

Non lo so dov’è. Vorrei saperlo anche io.

Ma posso chiederti perché l’hai chiamata La grande bellezza? Non lo è per tutti…

Dal mio punto di vista, in quanto donna e artista, ho pensato di omaggiare l’opera con il nome La grande bellezza. Tra l’altro ha anche un sottotitolo: Parthenope. Ho voluto ridare la vulva alla sirena Parthenope che, con l’alibi della coda, le era stata tolta dalla storia degli uomini.

Grazie per essere stata con noi e per aver risposto alle nostre domande!

Grazie a voi!

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