Coez: «Nel “Volare Tour” c’è qualcosa che cercavo da anni»

Coez, pseudonimo di Silvano Albanese, classe 1983, è stato ospite a Radio Kiss Kiss per parlare del suo ultimo lavoro "Volare".

Coez, pseudonimo di Silvano Albanese, è stato ospite a Radio Kiss Kiss per parlarci della sua vita e del suo "Volare Tour".

Il tuo "Volare Tour" sta andando alla grande.
«Sì, sta andando molto bene e ora sono a metà del tour. Restano ancora dieci date. Tutti avevamo bisogno di tornare ai live, di tornare in contatto con il pubblico. Poi sarebbe stato davvero un peccato non suonare questo disco, e per fortuna ci stiamo riuscendo. Sta andando bene. Chiaramente, non è come se niente fosse, sul palco cerchiamo di dimenticarci di tutta la situazione, ma non è semplice. Oggi ci portiamo a casa tutto ciò che possiamo e ce lo viviamo fino in fondo.»

Con questo tour sei tornato in posti in cui hai mosso i primi passi, giusto?
«Sì, anche per l'attitudine del disco, che rappresenta un percorso che rimette in primo piano anche tanto del mio passato. Quindi ritornare alle origini anche con i live mi sembrava una cosa da fare. E nei club il disco trova la sua espressione massima.»

"Volare" è un album pazzesco, con pezzi tipo "Wu-Tang" che ha un'espressione musicale incredibile.
«Sì, è vero. Ma anche il brano "Faccia da rapina", che ho messo per ultimo, devo dire che nei live sta prendendo molto piede. Chiaramente i pezzi che stanno in fondo alla tracklist sono un po' penalizzati, però i live servono anche per far apprezzare i pezzi che vanno compresi e visti dal vivo. "Wu-Tang", per esempio, è proprio un brano da live.»

Coez a Radio Kiss Kiss

Esiste la ragazza del brano "Occhi rossi"?
«Sì, esiste sempre una ragazza a cui dedicare delle frasi. Spesso è una combo di emozioni e sentimenti. Solo l'album "Non erano fiori" l'ho scritto per una persona in particolare. Da quel momento in poi ho cominciato ad attingere da varie parti.»

Il brano "Casse rotte", in inglese "Broken speakers", è il nome del tuo primo collettivo, giusto?
«Sì, è stato il mio secondo gruppo rap, il mio primo collettivo generale, gruppo storico di Roma. Due dei membri non scrivono più da anni, quindi le prime tre strofe le ho scritte io. Li ho dovuti seguire a distanza, ma hanno spaccato. È stato bello ritrovarci in studio e rifare un pezzo. Ognuno ha preso la propria strada lavorativa, ma abbiamo fatto una canzone che ha il sound fresco di quegli anni, circa dieci anni fa. È il periodo del passato in cui "torno" più volentieri. Era il periodo in cui cercavamo di portare a casa esperienze e non soldi. Il rap era una realtà che non veniva presa in considerazione.»

Coez, dei sei lavori che hai fatto, è "Volare" il tuo disco preferito?
«Beh, è ancora molto fresco. E poi ogni album ha delle cose speciali. Sto molto in fissa per quest'ultimo album e mi sta piacendo tanto suonarlo dal vivo. Io vedo i miei album anche in base a quello che faccio nei live. Quello che c'è in "Volare" sta aggiungendo qualcosa al live che cercavo da anni e di questo sono contento. Probabilmente il mio disco preferito sarebbe composto da pezzi di ogni album.»




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