L’intervista a Christian De Sica e Francesco Bruni ne I Corrieri di Kiss Kiss.
Oggi abbiamo con noi Christian De Sica! Ciao Christian come va?
«Bene! Era dai tempi di Siani che non venivo qui, per Il Principe Abusivo.»
Oggi sei con un altro attore che ha recitato nel nuovo film, ce lo presenti tu?
«Sì, è Francesco Bruni, che già ha lavorato con me altre volte, ma in questo film è uno dei co-protagonisti perché fa un cameriere che porta la colazione a questo vecchio professore che interpreto io. Non è un cinepanettone!»
Ho visto questo film lunedì in anteprima. Devo essere sincero, mi hai dato una batosta di emozioni, mi avete fatto davvero emozionare. Ma faccio dire a te di cosa parla il film.
«Ho sempre fatto ruoli comici, commedie. Ho fatto anche un ruolo drammatico con Pupi Avati ma facevo il mascalzone. Ora è la prima volta che faccio un personaggio buono, una persona perbene. È la storia di un amore platonico che nasce tra un uomo della mia età che si innamora di una signora molto più giovane di lui che abita nel dirimpetto, nel palazzo di fronte. Ed è la storia di due solitudini che si incontrano, perché lui ha una malattia per cui sta perdendo la memoria e lei è in una crisi matrimoniale con il marito. Sono due infelici. Ma come dice Tolstoj in Guerra e Pace “per essere felici bisogna prendere in considerazione di poterlo essere”. Loro, in un momento così tragico della loro vita, riescono a essere felici. Ecco, quello che secondo me ha di importante questo film è che finalmente non ci sono ammazzamenti, sparatorie, violenza, ma si racconta un’Italia bella. Perché l’Italia è anche fatta di persone perbene, di professori, di operai. Speriamo ne facciano anche altri così.»
Quello che si nota è proprio la semplicità. Come hai detto, non ci sono morti ammazzati, ma nemmeno quei baci perché dobbiamo mettere il bacio, perché dobbiamo mettere il sesso, perché dobbiamo mettere queste scene. È di una semplicità come se fossimo lì; sono scene reali, di tutti i giorni.
«Questa ipersensibilità poteva averla soltanto una donna. Infatti la regista è Caterina Carone, con la quale avevo girato una commedia anni fa. Se non ci fosse stata questa sensibilità, forse questa storia non sarebbe potuta essere raccontata, non da un uomo. C’è una scena che amo molto, quando la invito a cena e lei mi dice “dove mi porti? Stiamo talmente tanto bene qua.” E mangiano ognuno nel suo terrazzo. Il protagonista ha pudore a chiedere a una donna più giovane di andare a cena fuori.»
Francesco è molto emozionato. È stato il tuo debutto?
Francesco Bruni: «No, avevo già lavorato con lui. Ma finora avevo fatto solo commedie, è stata la prima volta in un film drammatico.»
Christian De Sica: «Però il tuo ruolo è molto tenero.»
Sì, è molto tenero, è come se si prendesse cura di te, ma non siete nemmeno parenti.
Francesco Bruni: «È una cosa reciproca. Non sono parenti, ma lui mi aiuta con l’italiano e io lo aiuto con la tecnologia.»
Christian De Sica: «Lui è il figlio che non ho mai avuto.»
Un altro tema del film, un film che ci fa capire che siamo fatti di legami, quelli che tengono insieme le persone perbene, come dicevi. Volevamo anche chiederti, a proposito della presenza femminile fondamentale nel film, quali donne sono state le più importanti della tua vita?
«La più importante è stata mia moglie Silvia, che mi ha dato due figli meravigliosi. Nel cinema, Sabrina Ferilli, Ornella Muti, Eleonora Giorgi. Tante di queste attrici. Mi sono trovato ancora meglio ultimamente con Teresa Saponangelo, che è protagonista di I limoni d’inverno. Perché oltre a essere l’attrice che è – lo ha dimostrato anche nel film con Toni Servillo di Paolo Sorrentino [È stata la mando di Dio, ndr] e ha vinto un David di Donatello come miglior attrice lo scorso anno – è una donna simpaticissima, piena di vita. Questa gioia arriva anche in un film così, quella che ha lei nella vita. Ci siamo trovati subito, e non è una cosa facile.»
Tu che hai sempre fatto della comicità. Ho sempre seguito gli artisti comici e nelle interviste mi affascina quando dicono “quella è stata un’improvvisazione”. C’è stata qualche scena, tra le tue cult, che è stata totalmente improvvisata?
«Qualche cosa. Ho sempre seguito il consiglio di mio padre che diceva “devi conoscere la sceneggiatura come l’Ave Maria. Devi studiarla perché poi quando la sai perfettamente puoi giocarci”. Però è anche vero che quando arrivi sul set c’è un bicchiere, un oggetto, o un modo di accavallare la gamba dell’attore, che ti sta davanti e ti può fare venire in mente un’altra battuta. Con Alessandro Siani era un continuo, con Boldi non ne parliamo, non diceva mai quello che doveva dire, ne diceva sempre altre, era come andare a pesca.»
Quindi dovevi recuperare.
«Anche il grande Peppino De Filippo recuperava con Totò, perché lui andava a braccio. La famosa lettera dettata da Peppino è improvvisata. Mi raccontava il regista, Steno, che siccome c’era la presa diretta e non poteva sporcarla, è dovuto uscire dalle risate. Non la aveva scritta quella scena, l’hanno fatta loro due.»
Rimango incantato da questi aneddoti, quello che c’è dietro.
Christian De Sica [a Francesco Bruni, ndr]: «Racconta quando abbiamo fatto quel film di Bud Spencer e Terence Hill che il proprietario della villa aveva detto che non dovevamo fare il bagno in piscina.»
Francesco Bruni: «Ma non l’abbiamo tenuto quel ciak!»
Che avete combinato?
Francesco Bruni: «Qualche anno fa stavamo girando il remake di Altrimenti ci arrabbiamo! e c’era una scena in cui un attore doveva sfondare un tavolo con la Dune Buggy in questo giardino, con 100 comparse intorni, e fermarsi poco prima della piscina.»
Christian De Sica: «Il proprietario della villa che ci hanno affittato per questa scena aveva proibito a me e a tutti gli altri di fare il bagno in piscina.»
Francesco Bruni: «Siccome dovevano girare una scena di rissa con le botte e roba così, la produzione ha chiesto se si potevano buttare gli stuntman dentro la piscina e ci avevano detto “assolutamente no”, dicendoci “non faccio il bagno manco io nella piscina”, perché sai, era una di quelle piscine col fondo bianco. Morale della favola: ci era finita dentro la macchina.»
Christian De Sica: «Devi vedere la faccia del proprietario! Gli ho detto “guardi, gliela togliamo subito”!»
Volevo fare una domanda a Christian per farlo tornare indietro nella storia del cinema. Se tornassimo negli anni Cinquanta o Sessanta, di quale film vorresti essere protagonista?
«Mi sarebbe piaciuto molto fare un film come quello che fece Alberto Sordi con Dino Risi, Una vita difficile. Secondo me rimane, a parte Il Sorpasso che è famoso, il film più bello di Dino Risi e uno dei più belli di Alberto Sordi. Perché era veramente una commedia, ma una commedia amara. Io adesso ho fatto un film che uscirà a marzo che si chiama Un altro ferragosto, il seguito di Ferie d’agosto di Paolo Virzì. Ed è sempre di Paolo Virzì, con Silvio Orlando, Laura Morante, Sabrina Ferilli che fa la mia fidanzata. Quello è un altro film tipo Una vita difficile, sono quelle commedie amare che solo Scarpelli, Ettore Scola e i grandi della commedia hanno potuto fare. Mi sono divertito molto.»
Un’ultima cortesia da chiederti. Quando viene un artista, abbiamo il reparto social sul collo che ci chiede “fategli dire qualcosa di speciale, qualcosa che non hanno mai detto”. Dicci una cosa che non hai detto a nessuno, anche se non ti piace l’amatriciana, almeno abbiamo il titolo!
«Andate a vedere I limoni d’inverno perché è un film delicatissimo.»
Kiss Kiss a te Christian!
«Kiss Kiss a voi!»