Ariete: “Vi spiego il titolo del mio nuovo album. Mare di guai non mi piaceva, poi…”

Intervistata da Marco e Raf nei nostri studi, Ariete ci ha parlato del suo tour, del nuovo album e del suo pezzo per Sanremo 2023.
Ariete è stata ospite in Dedikiss.

È con noi Ariete!

«Ciao ragazzi, come state? Grazie dell’invito.»

Grazie a te. L’ultima volta ci siamo visti a Sanremo, ci siamo divertiti, abbiamo fatto una bella chiacchierata.

«Ora siamo tutti più tranquilli.»

Ieri è partito il tuo tour, oggi sarai a Napoli. Cosa ci dobbiamo aspettare?

«La prima data ieri sera è stata una bella botta. Ero a Bari, al Palaflorio, è stata un po’ una data zero. Una bomba, è stato bellissimo, mi sono divertita, il palco è gigante. Poi io non ho mai suonato indoor, non ho mai suonato nemmeno in club al chiuso, essendo uscita durante il Covid ho suonato sempre all’aperto.»

Com’è stato? Adrenalina?

«Mega adrenalina. Se penso che era la prima data ora sono gasatissima. Poi ogni volta a Napoli è incredibile. Bellissimo.»

Te lo immaginavi quattro anni fa? Vogliamo fare un paragone? Com’era la tua giornata tipo quattro anni fa e com’è oggi?

«Ad oggi è cambiato ovviamente tutto. La cosa più assurda è che quattro anni fa non convivevo nemmeno col pensiero di essere un’artista. Nemmeno me lo dicevo. Era un pensiero così lontano nella mia testa che nemmeno ci pensavo, è cambiato dal giorno alla notte. Infatti mi ci sto ancora abituando.»

Quando hai capito che essere una cantautrice non era più una passione ma stava diventando il tuo lavoro?

«L’ho capito tre annetti fa, nel 2020. In maniera specifica quando è uscita Tatuaggi con Psicologi, che era andata bene sia per me che per loro due. L’unione ci era piaciuta molto. Poi è stata un’escalation. È uscito il pezzo con Rkomi, poi L’ultima notte, poi il mio disco nel 2022, Sanremo, il secondo disco. Non te ne rendi nemmeno conto.»

Non ti sei mai fermata.

«Mai.»

Infatti, da un mese è uscito il tuo nuovo album “La notte”. Si intitola così perché scrivi durante la notte?

«No, in realtà non è una questione di ambiente, anche perché io scrivo in qualsiasi situazione. Anzi, più le situazioni sono randomiche, più mi viene in mente di scrivere qualcosa. Ad esempio, quando stavamo registrando il mio secondo ep, 18 anni, c’era il batterista che suonava la parte a Napoli. Lì c’era una tastierina abbandonata dove ho scritto Cicatrici. L’ho visto e l’ho scritta. Quello è un momento random. Ho intitolato l’album La notte perché mi piace come momento. E mi sono resa conto che è ricorrente nelle mie canzoni. Riascoltando le demo ho notato che una volta in ogni canzone dico la parola ‘notte’. Vorrà dire che nel mio subconscio è davvero importante questa dimensione. Il nome era già lì, era già nei brani.»

Io durante la notte gioco a FC Sports 24. E ti trovo nella colonna sonora!

«Assurda questa cosa. Ho due aneddoti incredibili. Il primo è che quel brano è del mio primo album che è andato bene, ha anche dei singoli certificati e tutto il resto. Ma quel brano [Avviso, ndr] è uno dei meno ascoltati, non è tra i preferiti dei miei fan come roba da ascoltare perché è un po’ uptempo. Quindi ho pensato che non poteva andar bene tutto. Però il pezzo sta lì, mi gasa. Un giorno arriva FC 24, ex Fifa, il gioco, e volevano proprio quella. È come se avesse un’altra vita quel brano, a me ha sempre gasato. Il secondo aneddoto è che mi ha scritto Tony Effe su Instagram, considerate che non è che abbiamo poi questa confidenza, e mi ha detto “che “Stavo giocando a Fifa e ho beccato la tua canzone. Sto rosicando troppo, tu ci sei e io no”»

Come nasce “Mare di guai“, che poi porti a Sanremo? È vero che non ti piaceva?

«Esatto. Praticamente, è stata la seconda del disco che ho scritto, paradossalmente la prima è stata Dormiveglia. Però a luglio dell’anno scorso, prima di pensare di andare a Sanremo, il mio manager mi dice che Dardust voleva fare qualcosa insieme. Metto su quella che ad oggi è Mare di guai, faccio strofa, pre-ritornello e ritornello come li sentite oggi, ma la produzione era molto diversa. Era un uptempo stile Dardust. Al che la mettiamo da parte, lui ci manda un messaggio dicendoci che secondo lui doveva essere diversa e che ci voleva il pianoforte. Quindi ci manda l’export di come l’ha cambiata. Mi piaceva, ma c’era un però. Infatti volevo darla a una grande artista italiana. Non posso farvi il nome perché alla fine non gliel’ho data.»

Non puoi fare il nome o puoi farcelo capire?

«È un’artista grande italiana. Ma alla fine non lo sapeva nemmeno. C’erano tutti quelli della casa discografica, anche Franco126 che è un grande amico. Mi hanno detto che non dovevo darla e dovevo farla io. Quando è uscita fuori l’idea di andare a Sanremo, sono andata in studio con Dardust e con Calcutta; volevo fare una cosa da zero, in teoria, ma non ci è uscito niente. Quindi abbiamo riaperto l’export, e a me non piaceva ascoltarla. E Calcutta mi ha detto “è questa, è lei”. Alla fine, dalla seconda strofa in poi l’abbiamo lavorata insieme, la prima parte è uguale.»

Quindi è stato Calcutta a convincerti?

«Alla fine sì. Adesso la adoro, mi piace moltissimo anche farla live.»

Ricordiamo le date. Ieri Bari, oggi Napoli, poi sabato a Roma, 24 ottobre Bologna, il 27 al Forum di Assago di Milano.

«Ci sono pochissimi biglietti!»

Grazie, Ariete, per essere stata con noi.

«Grazie a voi, a presto.»

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