L’ondata di caldo che sta interessando l’Italia raggiungerà il suo picco giovedì, quando secondo il bollettino del Ministero della Salute saranno 18 le città contrassegnate dal bollino rosso. Le temperature elevate stanno mettendo a dura prova sia la popolazione che i lavoratori esposti al sole, in particolare nei cantieri e nei settori all’aperto. In risposta, è stato firmato un protocollo per la tutela dei lavoratori.
Bollino rosso in 18 città: le previsioni
Secondo il bollettino del Ministero della Salute, giovedì saranno 18 le città italiane in allerta massima per il caldo. Tra queste figurano Roma, Firenze, Bologna, Milano e Napoli. Le temperature massime potranno superare i 38 gradi in alcune aree. Le autorità sanitarie raccomandano di evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde e di prestare particolare attenzione a bambini, anziani e persone fragili. In alcune città sono stati attivati numeri verdi e servizi di assistenza per le fasce più deboli della popolazione.
Protocollo per la tutela dei lavoratori
Per fronteggiare l’emergenza caldo, è stato firmato un protocollo tra Ministero del Lavoro, sindacati e associazioni datoriali. Il documento prevede misure specifiche per la tutela dei lavoratori esposti alle alte temperature, come la possibilità di sospendere temporaneamente le attività nei cantieri durante le ore più calde e la fornitura di acqua e zone d’ombra. Le imprese non dovranno rispondere di eventuali ritardi dovuti alle sospensioni per il caldo. Il protocollo stabilisce inoltre che le aziende dovranno informare i lavoratori sui rischi legati alle alte temperature e sulle modalità di prevenzione.
Misure locali e ordinanze nei cantieri
Le amministrazioni locali stanno adottando misure diverse per fronteggiare l’ondata di caldo. In Emilia-Romagna le ordinanze anti-caldo vengono applicate in modo non uniforme: a Bologna, ad esempio, nei cantieri del tram sono state introdotte pause aggiuntive e la possibilità di sospendere i lavori nelle ore più calde. In altre città della regione, invece, le misure sarebbero meno stringenti e l’applicazione delle ordinanze dipenderebbe dalle singole imprese. Le associazioni dei lavoratori chiedono controlli più rigorosi e l’estensione delle tutele a tutti i settori esposti.