Il maltempo che ha colpito la Toscana concede una breve tregua, utile a ripulire case e strade da acqua e fango. Ma le previsioni meteo annunciano per i prossimi giorni una nuova perturbazione -la sesta da fine ottobre- i cui effetti si faranno sentire non solo al nord, ma anche al centrosud. Sul versante tirrenico il passaggio è anticipato a martedì e mercoledì con temporali fino alla Sicilia, mentre le regioni devastate la settimana scorsa da “Ciaran” vivranno solo deboli e isolati rovesci. In Emilia Romagna è allerta arancione nel modenese per i fiumi Secchia e Panaro che hanno superato abbondantemente il livello di guardia, a titolo precauzionale alcuni ponti vietati al transito.
Intanto la prima notte senza pioggia in Toscana è stata di grande lavoro per il personale della Protezione civile e per i volontari giunti a dare una mano dopo il disastro. Alle sette vittime accertate si aggiunge un disperso per il quale si nutrono ormai solo residue speranze. In diverse zone la situazione è critica, nelle province di Prato e Pistoia intere aree sono ancora sommerse e molti gli abitanti costretti a dormire fuori casa. “I danni -secondo il governatore Giani, nominato commissario per l’emergenza- ammontano a non meno di 500 milioni di euro”.
Altro grosso problema, non completamente risolto, riguarda l’energia elettrica che manca in numerose zone: tremila le utenze senza corrente. Nei comuni maggiormente flagellati -da Prato a Montemurlo, da Campi Bisenzio a Poggio a Caiano- scuole ancora chiuse. Come a Guglionesi, in Molise, dove fortissime raffiche di vento hanno provocato danni strutturali ad alcuni edifici scolastici. La perturbazione non ha risparmiato neppure Liguria, Lazio e Campania con mareggiate che hanno gravemente impattato su riviere e litoranee.
“L’Italia come sempre è molto brava a reagire” ha affermato il ministro della Protezione civile, Musumeci. “Ma dobbiamo riuscire a mettere al sicuro persone e beni esposti al rischio con interventi strutturali, e questo non s’è mai fatto. Lavoriamo per modificare il codice di Protezione civile del 2018, con più competenze sulla prevenzione e per evitare la frammentazione dei poteri. Troppi enti si occupano delle stesse cose”.