L’elezione del Papa è uno dei momenti più solenni e carichi di mistero della Chiesa cattolica. Il processo attraverso il quale viene scelto il successore di San Pietro è regolato da norme secolari e da cerimonie che affondano le radici nella tradizione, ma che nel tempo hanno subito numerosi aggiornamenti per rispondere alle esigenze della modernità. Il cuore di questo processo è il Conclave, l’assemblea dei cardinali che, in clausura e lontano dal mondo esterno, ha il compito di scegliere il nuovo Pontefice.
L’origine del Conclave
La parola Conclave deriva dal latino cum clave, ovvero “con chiave”: richiama la clausura in cui i cardinali elettori sono tenuti fino alla scelta del nuovo Papa. Questa pratica si è consolidata nel XIII secolo, in particolare con l’elezione di Papa Gregorio X nel 1271, quando, dopo ben tre anni di vacanza della sede papale, il popolo e le autorità civili di Viterbo, esasperati dalla lentezza dei cardinali, li chiusero a chiave fino a che non fu eletto il nuovo Pontefice. Da quell’episodio nacque la necessità di regolare in modo più preciso il processo elettivo.
Chi elegge il Papa?
A eleggere il Papa sono i cardinali, ma non tutti. Solamente i cardinali con meno di 80 anni al momento della sede vacante (cioè quando il Papa muore o rinuncia) hanno diritto di voto. Il loro numero non può superare i 120, secondo quanto stabilito da Papa Paolo VI e confermato dai suoi successori. Questi cardinali sono detti cardinali elettori. Gli altri, più anziani, possono partecipare ai momenti di preghiera e consultazione, ma non all’elezione vera e propria.
L’ingresso in Conclave
Il Conclave si svolge nella Cappella Sistina, nel cuore del Vaticano. L’ingresso ufficiale è scandito da una solenne cerimonia in cui i cardinali, vestiti con abiti liturgici rossi, si dirigono in processione verso la Cappella Sistina intonando il Veni Creator Spiritus, un antico inno allo Spirito Santo. Una volta dentro, tutti pronunciano un giuramento di segretezza e fedeltà, impegnandosi a non rivelare nulla di ciò che avviene all’interno. Alla fine della cerimonia, il Maestro delle Celebrazioni Pontificie pronuncia la celebre frase “Extra omnes!”, che significa “Fuori tutti!”: tutti i non addetti ai lavori devono uscire dalla Cappella Sistina, che viene quindi sigillata.
Le modalità di voto
La forma ordinaria dell’elezione è il voto segreto. Ogni cardinale scrive il nome del presunto candidato su una scheda, che piega e depone in un’urna speciale posta davanti all’altare della Cappella Sistina. Il voto si svolge in silenzio e preghiera, con rigide regole a tutela dell’anonimato e della correttezza. Per essere eletto, un candidato deve ottenere la maggioranza qualificata, ovvero due terzi dei voti espressi. Se, ad esempio, i cardinali elettori sono 120, saranno necessari almeno 80 voti per l’elezione. Ogni giornata prevede fino a quattro scrutini: due al mattino e due al pomeriggio. Se dopo tre giorni non si raggiunge l’elezione, i cardinali fanno una pausa di preghiera e riflessione. Dopo nove giorni senza esito, può essere deciso — a maggioranza semplice — di passare al ballottaggio tra i due cardinali più votati.
La fumata: nera o bianca?
Uno degli elementi più simbolici del Conclave è la fumata. Dopo ogni turno di votazione, le schede vengono bruciate in una stufa speciale: se l’elezione non è andata a buon fine, dalla Cappella Sistina esce una fumata nera, ottenuta aggiungendo sostanze chimiche alla combustione. Se invece viene eletto il Papa, la fumata è bianca. È questo il segnale atteso da milioni di fedeli radunati in Piazza San Pietro e in tutto il mondo.
L’accettazione dell’eletto
Quando un cardinale raggiunge i due terzi dei voti, il Decano del Collegio Cardinalizio si avvicina a lui e gli pone la storica domanda: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?” Se il cardinale risponde affermativamente, si procede subito a chiedergli con quale nome intenda essere chiamato. Questo momento segna ufficialmente la nascita del nuovo Papa.
L’annuncio al mondo: Habemus Papam!
Dopo un breve momento di preghiera e vestizione del nuovo Papa — che indossa la veste bianca — il cardinale protodiacono si affaccia dal balcone centrale della Basilica di San Pietro e pronuncia la storica formula: “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!” (“Vi annuncio una grande gioia: abbiamo un Papa!”). Segue il nome del nuovo Pontefice e il nome che ha scelto. Poco dopo, il Papa si affaccia e impartisce la sua prima benedizione Urbi et Orbi, alla città di Roma e al mondo intero.