Oggi 7 maggio 2025, 133 cardinali provenienti da 70 Paesi si sono riuniti nella Cappella Sistina per eleggere il successore di Papa Francesco, deceduto il 21 aprile. Questo conclave, il 76° nella storia della Chiesa, è tra i più eterogenei di sempre, sia per la composizione geografica che per l’orientamento teologico dei partecipanti. Con 108 elettori su 135 nominati da Francesco, la sua impronta riformista potrebbe influenzare l’elezione.
I candidati italiani: ritorno alle origini?
Dopo tre papi stranieri consecutivi — Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco — si discute sulla possibilità di un ritorno a un pontefice italiano. Tra i nomi più citati spiccano tre cardinali italiani, ognuno con un profilo distintivo.
Pietro Parolin, 70 anni, Segretario di Stato vaticano, è considerato un abile diplomatico con esperienza in America Latina e Asia, e ha gestito delicate relazioni con la Cina. La sua posizione centrista e la profonda conoscenza della Curia romana lo rendono un candidato di continuità e sintesi.
Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, è noto per il suo impegno sociale e il dialogo interreligioso. Vicino alla Comunità di Sant’Egidio, rappresenterebbe una prosecuzione dello stile pastorale di Francesco, con una particolare attenzione ai giovani e ai più fragili.
Pierbattista Pizzaballa, 60 anni, Patriarca latino di Gerusalemme, ha vissuto oltre trent’anni in Medio Oriente, distinguendosi per il dialogo interreligioso e la mediazione in contesti di conflitto. Nel 2023, ha offerto sé stesso in cambio di ostaggi detenuti da Hamas, gesto che ha suscitato ammirazione a livello internazionale.
Gli altri papabili: un panorama globale
Oltre ai candidati italiani, il conclave vede emergere figure da diverse regioni del mondo, riflettendo la crescente universalità della Chiesa.
Luis Antonio Tagle, filippino, ex arcivescovo di Manila e attuale Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è considerato il “Francesco asiatico” per il suo carisma e la visione progressista.
Peter Turkson, ghanese, è noto per il suo impegno in questioni sociali e ambientali, temi cari a Papa Francesco.
Robert Prevost, statunitense, ha una solida esperienza amministrativa e una visione globale, avendo servito in diverse regioni del mondo.
Le dinamiche del conclave: tra tradizione e rinnovamento
Il conclave del 2025 si svolge secondo le disposizioni della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, con alcune modifiche introdotte da Benedetto XVI. I cardinali elettori, isolati dal mondo esterno, partecipano a votazioni quotidiane fino al raggiungimento della maggioranza qualificata dei due terzi. La presenza di un alto numero di elettori nominati da Francesco suggerisce una possibile continuazione delle sue riforme, ma l’esito rimane incerto. Le dinamiche interne al Collegio cardinalizio, le sensibilità regionali e le sfide globali della Chiesa influenzeranno la scelta del nuovo pontefice.
Conclusione: un Papa italiano nel 2025?
La possibilità di un Papa italiano è concreta, considerando i profili di Parolin, Zuppi e Pizzaballa. Tuttavia, la crescente diversità del Collegio cardinalizio e le sfide globali della Chiesa potrebbero portare all’elezione di un pontefice proveniente da altre regioni. Come sempre, il conclave potrebbe riservare sorprese, e solo la fumata bianca annuncerà al mondo il nuovo successore di Pietro.