La proiezione di due docufilm di stampo filorusso a Udine ha sollevato un’ondata di polemiche e richieste di intervento da parte delle autorità locali. I film, che offrono la prospettiva russa sul conflitto decennale in Donbass, sono stati criticati per il loro contenuto, accusati di legittimare le azioni del regime russo, ampiamente condannate a livello internazionale.
Le critiche e le richieste di intervento
La proiezione dei docufilm “I bambini del Donbass” e “Maidan la strada verso la guerra”, due docu-film prodotti da Russia Today (l’emittente di stato russa sottoposta a sanzioni dal 1° marzo 2022 in tutto il territorio dell’Unione Europea, con il divieto assoluto di trasmissione dei suoi programmi in qualunque forma e contesto) ha sollevato preoccupazioni tra le autorità locali e i cittadini. “Sono filmati di propaganda che distorcono pesantemente la realtà storica e fattuale, in particolare il documentario “I bambini del Donbass” che spaccia per missione umanitaria quello che è un vero e proprio sequestro di massa di bambini ucraini, azione condannata dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa come atto di genocidio”, sostiene Europa Radicale che ha chiesto l’intervento del prefetto per vietare l’evento, sottolineando il rischio di propaganda filorussa in un contesto internazionale già teso.
La posizione degli organizzatori
Dall’altra parte, gli organizzatori dell’evento hanno difeso la scelta di proiettare i docufilm, sostenendo che l’obiettivo è quello di promuovere un dibattito aperto e informato sulla situazione nel Donbass e affermando che i film offrono una prospettiva diversa su un conflitto spesso trascurato dai media occidentali. “Non si tratta di propaganda, ma semplicemente offrire un diverso punto di vista”, ha dichiarato uno degli organizzatori dell’evento.
Reazioni della comunità
La comunità di Udine appare divisa sulla questione. Alcuni cittadini hanno espresso il loro sostegno all’iniziativa, ritenendo importante ascoltare tutte le voci coinvolte nel conflitto. Altri, invece, temono che la proiezione possa alimentare tensioni e divisioni all’interno della città.