Train Dreams è una delle opere più luminose e intense di Denis Johnson, autore considerato tra i più importanti della narrativa americana contemporanea. Pubblicata inizialmente nel 2002 e poi riproposta in volume nel 2011, la novella è stata finalista al Premio Pulitzer e viene spesso indicata come uno dei testi più rappresentativi della letteratura statunitense degli ultimi decenni.
La storia segue la vita di Robert Grainier, un boscaiolo e lavoratore delle ferrovie che attraversa gran parte del Novecento vivendo ai margini della frontiera americana. Fin dalle prime pagine, Grainier appare come un uomo qualunque, segnato da un’accusa ingiusta di partecipazione a un linciaggio. Quel momento, carico di violenza e paura, resta un’ombra costante nella sua vita. Al centro del racconto c’è l’amore profondo per la moglie Gladys e per la loro bambina, un legame destinato però a trasformarsi in una perdita devastante che condanna il protagonista a una solitudine quasi leggendaria.
Ambientata in un’America rurale in rapido cambiamento, la novella mostra l’avanzata della modernità attraverso gli occhi di un uomo che osserva la costruzione delle ferrovie, la diffusione delle automobili e la trasformazione radicale dei paesaggi selvaggi che lui ha sempre chiamato casa. Il mondo intorno a Grainier si sposta verso il progresso, mentre la sua esistenza rimane ancorata a ritmi antichi, segnati dal lavoro fisico, dalla sopravvivenza e da un dialogo profondo con la natura.
Uno dei tratti più potenti di Train Dreams è lo stile di Johnson: una prosa essenziale, lirica, capace di evocare immagini di grande intensità. Le atmosfere oscillano tra il realismo più duro e una dimensione quasi soprannaturale, che richiama le leggende del West e il senso di mistero che permea i boschi, le montagne e i silenzi del Nord America. Il dolore, la solitudine, la memoria e il passare del tempo emergono senza enfasi, con una delicatezza che rende la storia universale.
Train Dreams viene considerato un capolavoro perché riesce a racchiudere, in poche pagine, un’epopea umana e storica. È il ritratto di un uomo semplice, reso straordinario dall’abilità dell’autore di trasformare la sua esistenza in una parabola che parla di perdita, resistenza e di quel senso di malinconico stupore che accompagna il passaggio da un mondo antico a uno completamente nuovo. Una lettura breve, ma capace di lasciare un’impronta profonda.
