In Good Morning Kiss Kiss è stato ospite in diretta l’attore e regista Marco D’Amore che ci ha raccontato qualcosa del nuovo film Criature.
Ormai è un’abitudine. Quando esce qualcosa lui viene qui a prendersi la benedizione. L’ultima volta lo abbiamo avuto come ospite quando è uscito un film bellissimo con Tony Servillo. Marco D’Amore buongiorno!
Buongiorno ragazzi!
Marco questo ultimo lavoro ci ha veramente colpiti in maniera particolare. Da giovedì 5 dicembre sei al cinema con il film Criature insieme a Maria Esposito, opera prima della regista italo-francese Cécile Allegra che è una documentarista eccezionale. Ed ha scelto te per fare il protagonista di questo film. Che protagonista è? Ce lo spieghi?
Innanzitutto è un protagonista che trae spunto da un essere umano che fa un’opera importante sul nostro territorio. Si chiama Giovanni D’Avino. La sua cooperativa è Il tappeto di Iqbal e lui si è inventato questa bellissima esperienza di circo sociale per educare i bambini con il gioco. Per fare un’operazione di reinserimento scolastico e per insegnare loro quanto si sta bene in comunità, in associazione con gli altri.
Film ambientato a Napoli, ma il tema si può combinare con qualsiasi città del mondo.
Vale per tutte le periferie in cui gli esseri umani sono un po’ dimenticati. Sono tenuti lontani dal centro e invece in questi posti ci sono persone come Mimmo che conducono una battaglia personale e che in quei dimenticati vedono una luce di speranza.
La scelta di te come protagonista di questa storia vera è forse legata al fatto che Criature è il negativo di Gomorra. Quindi una cosa simbolica, volendo.
Sicuramente. Però alla base della scelta c’è stata un’empatia fortissima tra me e la regista che è una donna che viene dal documentario di guerra. È una delle più importanti documentariste di guerra del mondo. Quindi c’è stato tra di noi uno scambio intellettuale ed emotivo. Ci siamo innamorati ancora prima di parlare di sceneggiatura, di film e di personaggio.
Quello che racconti tu nel film è comunque una guerra… che va vinta e possiamo vincerla!
Assolutamente sì. Una guerra soprattutto con sé stessi poiché il personaggio è combattuto in una guerra con un mondo che non lo ascolta. Ed è una guerra con i bambini, una guerra gentile perché quello che Mimmo cerca di fare è di ricondurre all’infanzia questi bambini che sono diventati adulti troppo in fretta.
Noi non siamo abituati a tutto questo interesse positivo verso la città di Napoli quando se ne parla. Ma Napoli è diventata un po’ il simbolo di resistenza per tutto quello che è successo di negativo che si sta trasformando in positivo.
Ma Napoli è anticonvenzionale, anticonformista, come la definiva Guido Piovene, uno dei più grandi giornalisti del Novecento ed è l’unica vera grande metropoli italiana, nella misura in cui chiunque vi arrivi possa trovarvi l’unicità e sentire qualcosa di sé. Ed è tempo che ormai Napoli abbia questo posizionamento. L’altra sera c’è stata la finale di un programma musicale e non potevano che scegliere Napoli in quanto città della musica in Italia e nel mondo.
Oltre te nel film ci sono degli interpreti che saranno gli attori del futuro. Ce li puoi menzionare?
Quello che dico alle persone in ascolto è che ci siamo io e Arianna Fontana, che pur essendo giovane è già un’attrice consumata. Ma il vero fulcro è questa banda di ragazzini capitanati da Maria Esposito e Giuseppe Pirozzi che fanno fuochi d’artificio per tutto il film. È una meraviglia vederli.
Grazie Marco, Kiss Kiss a te!
Kiss Kiss al cinema!