Anche Mr. Rain è passato a trovarci a Casa Kiss Kiss. Con Due altalene, porta all'Ariston un brano nel suo stile: «Complesso cantare questa canzone su quel palco. La sfida di questi giorni è riuscire a finire di cantarla, perché mi sento emotivamente compromesso e talmente legato che è dura.»
Una canzone scritta per essere «La figlia di Supereroi. Dopo quella, un sacco di persone mi hanno contattato e scritto lettere e messaggi. Li ho incontrati e mi hanno raccontato tutte queste storie. Parla di perdita, di come Supereroi stessa sia stata di supporto in un momento tragico come quello di una perdita. Ho deciso di raccogliere tutte queste storie in una canzone, infatti ci ho messo mesi per scriverla.»
A sorpresa, ci racconta Mr. Rain: «Non era pensata per Sanremo, volevo solo raccontare la storia di tanta gente, mi sono riproposto a Sanremo per raccontarla. Mi sento in dovere di farlo, voglio ringraziarli per tutto quello che hanno donato. Sono state storie toccanti, mi hanno spaccato il cuore, mi hanno fatto sentire utile, nel mio piccolo. Non conoscendoli personalmente da tanto tempo, è magico.»
Ci sono voluti mesi per scriverla, ecco perché Due altalene è stata consegnata al photofinish. «L'ho riscritta più volte. Tutto è partito dalla storia di un genitore che ha perso due figli, che peraltro erano miei fan. Mi ha segnato, tutt'ora ne parlo coi brividi. Da quella storia, me ne hanno raccontato centinaia. Qualcuno che ha perso un fratello, un amico, un genitore. È come se fossero tutti connessi, la cosa mi ha chiamato a riscrivere Due altalene molte volte, perché arrivavano sempre più storie. L'ho scritta più di dieci volte.»
Che effetto fa riascoltare la canzone in radio? «Stranissimo. Ora è diventata di tutti quanti. Mi suona anche strana.»
Mr. Rain ascolta e si dedica alle persone, quasi uno psicologo, ma ci racconta lui: «A me piace essere utile per gli altri raccontando me stesso. Sto meglio aprendomi e anche a sapere che qualcuno ha vissuto una situazione simile alla mia. Unisco tutto. Faccio la cosa più bella del mondo, sono contentissimo. Io un rapper buono? Nemmeno mi definisco un rapper, sono Mr. Rain, non ho un nome. Sono io, faccio quello che mi sento e come mi sento, senza seguire trend e canoni.»
Un piccolo gioco per lui: Eminem, Ultimo e Marco Mengoni lo invitano a cena nello stesso luogo alla stessa ora, dove sceglie di andare? «Tosto. Vado a cena con Eminem, mi ha istruito, mi ha fatto avvicinare alla musica. Sono pieno di tatuaggi dedicati a lui, quando ero sedicenne mi sono fatto biondo in suo onore. Poi prenderei un caffè con Ultimo.»
C'è stata una versione spagnola di Supereroi, ce ne sarà una anche di Due altalene? «Assolutamente sì - risponde Mr. Rain - ti dico altro: sto lavorando anche a un disco parallelo con pezzi inediti solo in spagnolo. Sto studiando molto la lingua, ho sempre sognato di esportare quello che faccio. Mi piace tantissimo stare in Spagna tra l'altro. Non mollerò mai questo secondo progetto.»
© CN MEDIA S.r.l. – C.F. e P.IVA 04998911210 – R.E.A. n. 727803