Intervistato a Casa Kiss Kiss a Sanremo, Gazzelle ci ha parlato di sé e della scelta di partecipare a Sanremo. «Sono un antidivo. Faccio un lavoro che ti porta alla fama, ma non l'ho mai inseguita. L'idea di partecipare a Sanremo nasce per fare qualcosa di nuovo per me, per Flavio, volevo fare un'esperienza di vita diversa. Ne ho fatte tante negli ultimi anni che mi hanno fatto vivere emozioni forti. Ultima lo stadio Olimpico a giugno. Volevo calcare un palco storico, è 74 anni che fanno questa cosa. Volevo entrare nell'almanacco di Sanremo. E volevo anche portare il mio mondo in televisione, in un contesto più nazionalpopolare.»
Perché Gazzelle ha scelto proprio Tutto qui per Sanremo? È un brano scritto appositamente per il Festival? «Non so come si sceglie il pezzo. Non l'ho scelto, l'ho scritto e ho pensato di poterla portare. Avevo due pezzi, ma Tutto qui è una canzone che mi rappresenta ed è un po' il manifesto di quello che ho fatto finora, è coerente. È dedicata a più persone. La mia ragazza l'ha sentita e si è commossa. Ma parla anche di persone che non ci sono più, è un po' ambigua. A un primo ascolto parla solo di amore, ma va oltre la coppia, parla anche di persone che non sono più qui.»
Poi, la confessione. «Sono uno che si annoia abbastanza - ci racconta Gazzelle - è anche uno dei motivi per cui sono a Sanremo, per dare una scossa alla mia quotidianità. Sto vivendo un'età di passaggio, dove ho chiuso l'adolescenza e sono in età adulta. A volte mi annoio anche perché il mio lavoro mi fa alternare periodi di grande stress, intensità e impegni ad altri di quiete e pace. Ho imparato a gestire questa noia. Ma mentre all'inizio la soffrivo un po', ho pensato che quel tempo libero è un grande lusso.»
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