Bresh ha fatto un salto negli studi di Casa Kiss Kiss per parlare con Marco e Raf della sua settimana sanremese e del brano in gara al Festival.

Altro ospite in Casa Kiss Kiss: ciao Bresh!
Ciao, come state? Siamo gemellati Genoa e Napoli!
Per chi non lo sapesse, Bresh è un grandissimo tifoso del Genoa ed è un orgoglio che Guasto d’Amore, che è una delle sue canzoni più famose, sia stata associata alla squadra del Genoa e tutti la cantano allo stadio. Che emozione è?
È una roba troppo grossa. Dico sempre che è come mettere un piumino in un sacchetto della farmacia. Ovviamente non ci entra. Il piumino è guasto e il sacchetto della farmacia sono io.
Tu hai anche detto che Sanremo è un modo per concretizzare il tuo percorso, ma anche per tua madre, tua zia e per tutti i clienti del bar. Chi sono i clienti del bar?
I clienti del bar sono tanti, sennò saremmo rovinati. Abbiamo un bar di famiglia dal 2017. Si chiama Bar il Vagabondo a Bogliasco. Siamo tutti genoani, ma ci sono anche tanti sampdoriani. Spesso è più la gente che vuole che tu lo faccia il Festival di Sanremo.
“Ho una parola sbagliata per ogni frase. Sono soltanto un uomo e non ci so fare” dice la tua canzone. Noi uomini siamo un po’ così? Cioè, l’hai vissuta questa cosa, perciò l’hai messa in rima?
Succede. Anche perché la canzone parla di come sia difficile spiegare certe emozioni. Anche con il rischio di essere fraintesi. Tu sei in buona fede a spiegare la verità, ma poi c’è quella parola che devia il pensiero dell’altro.
È una cosa che ti capita spesso?
Può succedere!
Ti volevamo fare i complimenti per la cover di De André di ieri. Però alla terza volta che ripetevate il pezzo ti vedevo sciolto ormai…
Si, quello poi è un pezzo miliare che andava fatto su quel palco, nonostante non fosse una scelta commerciale. Ci tengo a dirlo perché era voluto.
Ci salutiamo Bresh, grazie a te!
Grazie!