Unicef, la Giornata internazionale delle bambine per i diritti delle più giovani

Ogni anno, l’11 ottobre, si celebra la Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, istituita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite per far avanzare i diritti delle più piccole. Nel tempo, sono stati fatti passi avanti, ma la loro condizione di bambine e di ragazze è ancora vittima di forme di violenza e discriminazione. L’ong Terre des Hommes -per l’occasione- ha pubblicato il Dossier Indifesa 2023, un rapporto che illustra come sfruttamento, violenze sessuali, insicurezza, gravidanze precoci, matrimoni forzati, salute negata, malnutrizione, mancanza di acqua e istruzione inaccessibile siano alcune delle conseguenze che colpiscono la ma anche i corpi di bambine e ragazze che vivono in paesi o zone di guerra, tra cui Afghanistan, Etiopia, Ucraina e Sudan.

Secondo i dati dell’organizzazione umanitaria sono almeno 16mila i minorenni che tra il 2005 e il 2022 hanno subito uno di questi reati. Si tratta però di un dato sottostimato a causa dello stigma e dell’emarginazione che accompagnano queste condizioni e impediscono le denunce. Nel dossier sono contenuti anche i dati sui reati ai danni di minori commessi in Italia nel 2022: sono stati 6.857 con una crescita del 10% sul 2022. In 906 casi si tratta di violenze sessuali. La maggioranza delle vittime è rappresentata da bambine e ragazze. Uno squilibrio spia delle violenze di genere.

“Investire sui diritti delle ragazze: la nostra leadership e il nostro benessere” il tema della giornata scelto dall’Unicef quest’anno. Il percorso divergente tra maschi e femmine è pieno di sfide multiformi come risultato di dinamiche patriarcali che si manifestano a tutti i livelli, dalle istituzioni politiche formali alle norme comunitarie, ai comportamenti familiari e agli atteggiamenti individuali vediamo come le ragazze siano lasciate indietro in molteplici dimensioni. Per rispondere alle richieste di cambiamento delle ragazze, la comunità globale deve andare oltre la riaffermazione degli impegni e investire con coraggio nell’azione necessaria a realizzare il cambiamento. Per garantire i diritti e lo sviluppo è indispensabile aumentare i finanziamenti in settori chiave, tra cui la salute delle bambine, la prevenzione della violenza, l’istruzione e l’emancipazione economica. Nonostante, infatti, oggi nel mondo le ragazze hanno il più alto livello d’istruzione mai raggiunto nella storia, quasi una ragazza su cinque non ha ancora completato la scuola secondaria inferiore e quasi quattro su dieci non stanno completando la scuola secondaria superiore, e in alcune regioni i numeri sono ancora più sconfortanti. Quelle che vivono nei paesi in guerra hanno più del doppio delle probabilità di non andare a scuola rispetto alle coetanee che abitano in zone di pace. E minori possibilità di tornare sui banchi rispetto ai coetanei quando le scuole riaprono dopo conflitti o altre emergenze, come una pandemia.

Eppure, per ogni anno in più di istruzione secondaria che una ragazza riceve, il suo reddito potenziale aumenta di circa il 10-20%. Ciò si traduce in una maggiore produttività economica, in una riduzione dei tassi di povertà e in un miglioramento del benessere generale.

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