Unicef, allarme giovani, ogni undici minuti un adolescente si toglie la vita

Il 10 ottobre è la Giornata mondiale dedicata alla salute mentale e per l’occasione l’Unicef ha reso noti alcuni dati che mettono in evidenza quanto le problematiche legate al disagio psicologico siano sempre più frequenti tra gli adolescenti. Si stima che un ragazzo su sette nel mondo, di età compresa tra 10 e 19 anni, vive con un problema di salute mentale diagnosticato e che la gran parte delle 800mila persone che muoiono ogni anno -a causa di un suicidio- sono giovani. Circa 46mila quelli che si tolgono la vita, più di uno ogni undici minuti. Il suicidio, infatti, risulta essere la quarta causa di morte nella fascia di età fra 15 e 19 anni. Quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età, ma la maggior parte dei casi non viene individuata e non viene presa in carico.

Nell’ottica di sensibilizzare al problema, l’Unicef ha proposto una serie di iniziative. Tra queste la petizione dal titolo “Salute per la mente di bambini e adolescenti” che ha già raccolto oltre 23mila firme con l’obiettivo di indurre l’opinione pubblica a supportare le raccomandazioni che l’Onlus delle Nazioni Unite rivolge ai ministri competenti in materia per garantire azioni mirate in tale ambito. Pubblicato anche il libro “Parliamo di salute mentale e benessere psicosociale” rivolto a tutti i bambini e giovani di ogni genere ed età, e che spiega cosa siano la salute mentale e il benessere psicosociale, affrontando le credenze sul tema e offrendo domande e spunti e consigli pratici su come chiedere aiuto e come approcciarsi a chi chiede sostegno. Quest’anno, inoltre, Unicef Italia in collaborazione con l’Unità operativa semplice (Uos) di Psicologia clinica e in accordo con la direzione generale della Fondazione Policlinico universitario “Agostino Gemelli” di Roma ha realizzato il progetto #WITHYOU – “La psicologia con te”.  Un programma che ha coinvolto 1.571 giovani e 1.942 genitori che hanno avuto accesso diretto a servizi di sostegno e oltre 35mila beneficiari indiretti. Dai risultati è emerso come il 39% della popolazione che ne ha preso parte abbia segnalato o soffra di una sintomatologia affettiva ansioso-depressiva che potrebbe tradursi anche in una definitiva psicopatologia.

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