Trump minaccia Putin e valuta un terzo mandato presidenziale

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato un avvertimento a Vladimir Putin e ha espresso l'intenzione di candidarsi per un terzo mandato presidenziale.

Trump avverte Putin: “Senza intesa, metto i dazi”

Donald Trump ha recentemente espresso in un’intervista il suo disappunto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. “Sono molto arrabbiato con Putin”, ha dichiarato Trump, sottolineando che se non si raggiungerà un’intesa soddisfacente, è pronto a imporre dazi significativi. Trump avrebbe fatto riferimento a negoziati in corso riguardanti le terre rare e le trattative sull’Ucraina. Il presidente ha ribadito la sua posizione ferma, affermando che non esiterà a prendere misure economiche drastiche se necessario.

Terzo mandato presidenziale: “Posso farlo”

Contestualmente, Trump ha sollevato la possibilità di candidarsi per un terzo mandato alla presidenza degli Stati Uniti, nonostante il 22° Emendamento della Costituzione americana limiti a due i mandati presidenziali. In un’intervista con NBC News, ha accennato all’esistenza di “metodi” che potrebbero consentirgli di aggirare questa restrizione, senza però fornire dettagli specifici. Queste affermazioni hanno alimentato speculazioni e dibattiti tra esperti legali e politici. Alcuni sostenitori di Trump hanno ipotizzato scenari alternativi, come una sua candidatura alla vicepresidenza con successiva successione alla presidenza in caso di dimissioni del presidente eletto. Tuttavia, esperti costituzionali, tra cui il professor Derek Muller dell’Università di Notre Dame, hanno sottolineato che tali manovre violerebbero il 12° Emendamento, che impedisce a individui non eleggibili alla presidenza di ricoprire la carica di vicepresidente.

Minacce all’Iran

Nell’intervista Trump lancia un duro avvertimento all’Iran. Se Teheran non accetterà un accordo sul suo programma nucleare, “ci saranno bombardamenti come mai visti prima”, dichiara, riferendosi al rifiuto del presidente iraniano Masoud Pezeshkian di avviare negoziati diretti con Washington. Aggiunge che funzionari statunitensi e iraniani sono comunque in contatto e non esclude la possibilità di imporre “tariffe secondarie” come ulteriore misura di pressione.

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