Donald Trump ha lanciato un ultimatum senza precedenti a Vladimir Putin. Durante un incontro alla Casa Bianca con il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte, il presidente americano ha dichiarato: “Se non raggiungeremo un accordo entro 50 giorni, imporremo dazi al 100% a chi commercia con la Russia. Sono molto insoddisfatto”.
Il leader Usa ha parlato con toni duri e diretti, esprimendo la sua frustrazione nei confronti del presidente russo: “Sono deluso da Putin. Pensavo avremmo trovato un’intesa due mesi fa, ma non è successo. Non voglio dire che è un assassino, ma è un tipo duro. Ha imbrogliato Clinton, Bush, Obama, Biden… ma non me”. Trump ha ricordato come ogni apertura diplomatica sia stata seguita da bombardamenti su Kiev e altre città ucraine: “Parlare non serve a nulla se poi partono missili”.
Pressione economica e nuove armi all’Ucraina
Il piano di Trump è chiaro: mettere Mosca all’angolo sia sul fronte economico che militare. Il segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha precisato che si tratterà di “sanzioni economiche sotto forma di dazi”, strumenti che l’amministrazione intende usare come leva per ottenere un cessate il fuoco.
Nel frattempo, il presidente Usa ha annunciato un nuovo accordo per l’invio di armi a Kiev, tramite una cooperazione con la Nato. “Produrremo armi di alta qualità e le invieremo all’Alleanza, che provvederà a distribuirle rapidamente sul campo”, ha spiegato, precisando che “gli Stati Uniti non pagheranno nulla: saranno i Paesi europei a sostenere i costi”.
Il segretario generale Rutte ha confermato l’intesa: “È logico che gli europei paghino. L’importante è che l’Ucraina ottenga ciò di cui ha bisogno: munizioni, difese aeree, armamenti”.
Verso una guerra tecnologica: missili anche in grado di colpire Mosca
Secondo fonti riportate dal sito Axios, il piano prevede anche la fornitura di sistemi d’arma offensivi, compresi missili a lungo raggio capaci di raggiungere obiettivi nel territorio russo, “inclusa Mosca”. Una mossa che rappresenta un salto qualitativo nella strategia americana, con l’invio già confermato di batterie Patriot a Kiev, considerate cruciali per la difesa contro i raid missilistici russi.
Reazioni internazionali: tra sostegno e preoccupazione
Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, è volato a Washington per discutere con l’omologo americano Pete Hegseth del rafforzamento del sostegno a Kiev. Berlino si è detta disponibile ad acquistare due sistemi Patriot da inviare all’Ucraina, mentre la Norvegia ne fornirebbe uno.
Dall’Unione Europea, l’Alto rappresentante Kaja Kallas ha accolto con favore la fermezza americana, ma ha messo in guardia sui tempi: “Mostrare un atteggiamento duro è positivo, ma 50 giorni sono tanti. Ogni giorno l’Ucraina conta nuove vittime”.
Zelensky: “Grato agli Stati Uniti, serve più difesa aerea”
A Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato l’inviato speciale Usa Keith Kellogg per discutere di cooperazione in difesa e sanzioni. “Abbiamo parlato di come avvicinare la pace. La difesa aerea resta una priorità”, ha dichiarato.
Zelensky ha poi espresso gratitudine verso Trump: “Sono riconoscente al presidente per il suo impegno a proteggere le vite del nostro popolo”.
Dal Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov ha commentato con cautela: “Apprezziamo l’impegno di Kellogg per una soluzione del conflitto. La Russia è aperta alla mediazione, ma non accetta imposizioni”.