Situazione lavoro in Italia: il punto con l’esperto

La situazione del lavoro in Italia non è delle più favorevoli. Ne parliamo con Francesco Oliva, direttore di Informazione Fiscale.

Questa mattina a Radio Kiss Kiss abbiamo parlato del lavoro in Italia.




Per fare il punto della situazione è intervenuto Francesco Oliva, direttore Informazione Fiscale:

Ci sono novità fiscali in arrivo per i lavoratori?
«Il bonus 200 euro è la novità principale e sta per arrivare. Non ci sono all'orizzonte altre novità se non quelle indirette, cioè non destinate ai lavoratori in quanto tali, ma a tutti i cittadini. Il Decreto aiuti, oltre al bonus di 200 euro, prevede anche un potenziamento dei vari bonus bollette.»

La mancanza di capitale umano per i pubblici esercizi si potrebbe risolvere con il cambiamento di alcune condizioni fiscali?
«Sì, ma non solo. Fiscalmente ciò che si può fare è ridurre il costo del lavoro, che in Italia è davvero difficile da sostenere. Facciamo due considerazioni. Per prima cosa, molti attribuiscono responsabilità dirette al reddito di cittadinanza o ad altri strumenti simili. Io ho sempre pensato che il problema non siano gli strumenti, ma il fatto che non funzionano, nel senso che non c'è una connessione diretta dalla percezione monetaria del reddito di cittadinanza e la connessione che ci "dovrebbe" essere tra i centri per l'impiego, il sistema dei navigator e il mondo del lavoro. Purtroppo in alcune regioni d'Italia questo sistema non funziona. Inoltre, l'Italia è il Paese in Europa con il maggior numero di esercizi pubblici e questo, a livello economico, comporta che si riducono le marginalità. Spesso il pubblico esercizio viene gestito da imprese familiari, quindi, il ridotto margine unito a condizioni fiscali molto pesanti, fa sì che la proposta di lavoro che viene fatta non sia consona.»

Il 19 maggio, voi di Informazione Fiscale, sarete protagonisti di un evento sulla situazione lavoro, in particolare delle donne. Ci anticipa qualcosa?
«Sì, il 19 maggio saremo a Brescia in diretta streaming per parleremo del tema della gender tax. Si tratta di una vecchia proposta, fatta nel 2006, che teorizzava una tassazione più favorevole per le donne, ma in generale per coloro che in famiglia collaborano di più sotto l'aspetto domestico. Si vuole creare uno strumento di incentivo per chi lavora a casa e quindi ha meno convenienza a lavorare anche part time con una tassazione così elevata.»

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