Questa mattina a Radio Kiss Kiss con Max e Max abbiamo parlato di siccità e di emergenza idrica.
Per fare il punto della situazione è intervenuta Stefania Di Vito, Ufficio Scientifico Legambiente:
Qual è la situazione in Italia e quali sono le zone maggiormente interessate?
«Questa situazione sta interessando un po’ tutto il Paese, con un focus particolare nelle regioni del nord. Le foto del fiume Po in questi giorni sono emblematiche. I fiumi e i laghi stanno vivendo dei momenti difficili.»
Ci confermi che la Sardegna è forse l’unica regione che non è interessata da questa emergenza?
«Sì, confermo che per adesso la Sardegna e alcune regioni del sud Italia non sono particolarmente colpite. Questo momento di crisi idrica è dettato anche dalla povertà di acqua che abbiamo sulle montagne e sui ghiacciai, che non sono riusciti a ricaricarsi e a dare sostegno ai fiumi. Questo fenomeno, quindi, si verifica particolarmente al nord. »
Quali dovrebbero essere i provvedimenti da prendere subito? Bastano le ordinanze dei primi cittadini?
«Beh, sì. Si sta andando verso un’allerta nazionale e ricordiamo che ci sono oltre 250 comuni che hanno prorogato la richiesta di emergenza idrica. Le ordinanze dei sindaci credo che siano utili, perché richiamano i cittadini ad un uso più responsabile dell’acqua, e questo è assolutamente necessario. Questa emergenza non dobbiamo guardarla come emergenza in quanto tale, ma come un fenomeno con cui dobbiamo imparare a convivere. Sappiamo già che in futuro la situazione si inasprirà e dobbiamo assolutamente ridurre la pressione sui corpi idrici. Parlo sia degli usi civili, che facciamo nelle nostre case e città, sia degli usi dell’agricoltura e dell’industria. Una minore richiesta d’acqua significherebbe ridurne i prelievi.»
Ma cosa ne pensi dei desalinizzatori?
«Beh, il fatto che siamo circondati dal mare e l’eventuale uso di desalinizzatori non devono essere motivo per depauperare le nostre risorse. Dobbiamo guardare a tutto il ciclo dell’acqua, non dobbiamo minarne la disponibilità, salvaguardandone la qualità, perché ricordiamo che anche l’inquinamento ci toglie una parte di acqua. Inoltre, dobbiamo assolutamente tornare a favorire la ricarica delle falde, che in questo periodo sono in forte stress. Per cui dobbiamo permettere all’acqua di penetrare nel terreno e andare a ricaricare le falde.»
Nelle prossime settimane pensi ci sarà un inasprimento dell’emergenza idrica?
«In realtà non saprei. Sicuramente i cambiamenti climatici ci stanno portando verso fenomeni più estremi, come ad esempio la siccità o i fenomeni temporaleschi che si concentrano per brevi periodi. Tutto questo ci può portare anche a dissesto idrogeologico, causando ingenti danni.»