Tutti noi al tempo della scuola o da bambini siamo stati etichettati in qualche modo a seconda del nostro carattere e dei modi di fare che ci distinguevano. Per esempio, da ragazzi in classe c’era lo studente secchione, quello sportivo, l’alternativo, l’indie, il ribelle, il rockettaro e così via.
Socialmente queste “etichette” vengono attribuite alle persone per spiegare i loro atteggiamenti o abilità particolari. A volte queste definizioni potevano essere negative, ma in alcuni anche positive e non denigratorie.
Infatti, le etichette riflettono il processo attraverso cui si vanno a creare dei descrittori per individuare coloro che si discostano dalla norma. Dunque, si tratta di una costruzione sociale in quanto è la società che ci circonda a ideare questi nomi per identificare particolari comportamenti.
Nella maggior parte dei casi le etichette vengono affibbiate da colleghi, amici o compagni di scuola, ma c’è anche chi se le autoattribuisce, riconoscendo un tratto specifico della propria personalità. Nella puntata de I Corrieri di Kiss Kiss Alfio e Ciro hanno chiesto agli ascoltatori di raccontare in che modo sono mai stati etichettati nella loro vita.
C’è chi ha svelato di essere stato soprannominato “poeta maledetto” insieme ad altri due compagni di scuola per l’amore verso il genere letterario di Rimbaud, Baudelaire e Verlaine. Poi c’è chi veniva chiamata “scimmia” in quanto molto pelosa o chi è stato etichettato goliardicamente “Mietta” in quanto cantava sempre Vattene amore, storico brano dell’artista.
Hai voglia di sapere quali altre risposte pittoresche e stravaganti ci hanno inviato gli ascoltatori? Allora rivedi la puntata!