Questa mattina a Radio Kiss Kiss con Max e Max abbiamo parlato del rispetto della privacy e dei diritti della persona.
Per approfondire è intervenuto l’avvocato Paolo Storani:
Se un genitore legge una chat di un figlio, cosa deve fare per non rischiare di essere denunciato per aver violato la privacy?
«Allora, contestualizziamo il fatto, avvenuto in una scuola di Pavia. In questo caso, non si tratta solo di una madre, ma di una maestra. La donna era collega delle tre insegnanti che bullizzavano l’alunno, che è il figlio della stessa donna-maestra che ha scoperto la chat. Quest’ultima era aperta, quindi non c’è stata una forzatura e non c’è stato un accesso abusivo. Il genitore, inoltre, è anche destinatario di obblighi di vigilanza e di custodia. Per cui la donna ha agito secondo suo diritto, che prevale di gran lunga su questo diritto di denuncia che a mio avviso sarà frustrato dalla Procura di Milano che è competente per Pavia.»
Se una persona qualunque trova una chat aperta in cui legge qualcosa fatta a proprio danno, può denunciare?
«Noi possiamo denunciare ciò che vogliamo, anche perché alcuni reati sono procedibili anche d’ufficio, quindi più che una denuncia sarebbe un esposto all’Autorità, che poi se ne occuperà. Però dobbiamo risalire all’elemento soggettivo, cioè al dolo, perché senza dolo non c’è la prova penale della colpevolezza.»
«Inoltre, ricordiamo che esiste il cyberbullismo, e che c’è il paradosso di questo Stato in cui dovrebbe essere proprio la scuola il luogo della prevenzione universale, in particolare la scuola primaria. Io dal 2017 ho tenuto tante lezioni nelle scuole primarie e dovrebbero essere per prime le maestre a dover tutelare gli alunni.»