Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato del sistema Piracy Shield con l’esperto tech Alessandro Longo.
Buongiorno Alessandro! Cos’è Piracy Shield, come funziona e cosa rischia chi viene beccato?
«Buongiorno! È un nuovo sistema che l’autorità garante delle comunicazioni sta utilizzando per bloccare per la prima volta in tempo reale le trasmissioni illegali. Non fai nemmeno in tempo a collegarti alla partita illegale che viene bloccata dall’autorità.»
Si parla di 75 secondi e il blocco diventa operativo definitivamente entro 30 minuti.
«Sì, immediato. Non riesci a finire il primo tempo. Effettivamente è una grandissima novità. Finora hanno bloccato 3.000 indirizzi IP e 7.000 domini, è quanto riporta l’autorità garante e la testata che dirigo, agendadigitale.eu. Quindi, la vita del pirata è molto difficile. Sia quello che trasmette la partita, che chiaramente è un reato abbastanza pesante, e sia chi ne usufruisce in modo illecito. Ma non solo perché è più difficile trovare l’indirizzo IP bloccato, ma perché le autorità stanno avanzando su un cammino molto severo.»
Cosa si rischia?
«Fino a 5.000 euro di sanzione, che ti fa venire voglia di non pagare il canone.»
Per chi ne usufruisce?
«Sì, se no è un reato più pesante. Questo è interessante da notare, perché quando noi scarichiamo la musica pirata, è un illecito amministrativo non di grande importanza, puoi arrivare a pagare 150 euro. Mentre per il pezzotto è molto più grave perché c’è un hardware che ti metti in casa. Appunto, un pezzotto che va ad aggirare tutte quelle misure di trasmissione lecite.»
È proprio una pratica.
«Una pratica più pesante, motivata dal fatto che ti sei preso un dispositivo. »
Ti sei organizzato. Ti vogliamo far sbilanciare: questo Piracy Shield è efficace o no?
«Ci sono diverse critiche. Gli operatori sono molto arrabbiati, ma anche vari esperti, tipo Stefano Zanero, che è un professore ordinario di sicurezza informatica al Politecnico di Milano, che dice che è come direbbe Fantozzi.»
Una ca**ta pazzesca.
«Estato. Perché è un po’ sparare nel mucchio. Sappiamo come è fatto internet: dietro un indirizzo IP non c’è un solo servizio, non è come un indirizzo civico dietro cui c’è solo una casa; immaginiamo un grattacielo con moltissime case, se blocchiamo l’accesso a quell’indirizzo civico non entra nessuno.»
Grazie Alessandro!
«Kiss Kiss a tutti!»