Olympic Dreams: il sogno americano (ed europeo) si avvera, non solo al cinema!

Olympic Dreams: i sogni che con lo sport diventano realtà. Sarà questo il prossimo appuntamento di "Economia per tutti" con Luca Iovine.

L’american dream è tornato di moda dopo aver ispirato per secoli generazioni di europei (ed italiani) in cerca di fortuna. Un mito o un miraggio: in tanti ci hanno provato e qualcuno, molti, lo hanno anche realizzato. E il sogno americano, recentemente, è di nuovo tornato un tema mediatico, con il successo di Ke Huy Quan che dal “barcone” sul quale è arrivato negli USA, dopo qualche lustro, è riuscito a conquistare addirittura un Oscar. Ha raccontato proprio lui la sua storia al Dolby Theater di Hollywood, mentre ritirava la famosa statuetta come miglior attore non protagonista per "Everything everywhere all at once" (“Tutto ovunque tutto in una volta”). “Questo è il sogno americano - ha detto tra le lacrime Ke Huy Quan - io sono uno che era scappato su una barca” dal Vietnam, all’età di 7 anni, “per questo vi invito a non smettere di sognare”.

Rispetto a qualche anno fa, alla generazione dei nostri nonni, l’idea del sogno americano è cambiata perché anche l’Europa, finanche la nostra bistrattata Italia, sono diventate “terre da sogno” per tutta una fascia di popolazione che abita l’Africa, l’Est Europa ed il Sud Est Asiatico. E se in America è il cinema che ha regalato l’ultimo sogno fattosi realtà, in Europa uno dei canali privilegiati per realizzare i propri desideri di riscatto e riabilitazione è lo sport, spesso il calcio. L’esempio più famoso, in questo momento, è Alphonso Davies in forza al Bayer Monaco, squadra che milita nella massima serie tedesca. Davies è nato in un campo profughi in Ghana, dove i suoi genitori si erano rifugiati dopo lo scoppio della guerra in Liberia ma all'età di cinque anni si è trasferito con la sua famiglia in Canada. Lì ha iniziato la sua carriera di sportivo ed è diventato un calciatore di levatura internazionale: il più giovane ad aver esordito e realizzato una rete con la nazionale canadese, il primo calciatore nato negli anni duemila ad aver segnato in una competizione internazionale. Il primo calciatore canadese a trionfare a vincere una Champions League ed il primo calciatore canadese a segnare una rete ad un Mondiale, in Qatar lo scorso anno, contro la Croazia.

E ci sono tanti altri esempi di calciatori professionisti ex rifugiati, in Germania, Inghilterra (all’Everton) ed in Italia in serie A (alla Roma) ed in serie B, come Cissè, di proprietà dell’Atalanta, che oggi gioca nel sorprendente Sudtirol. Il caso del calciatore altoatesino è simbolico perché legato ad un’attività specifica di integrazione degli immigrati svolta dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio insieme al Ministero degli Interni.

Le iniziative di inclusione, però, non riguardano solo il pallone ed i suoi atleti (non sempre) milionari, perché ci sono altri casi ed altri modelli virtuosi di integrazione, in ambiti diversi, tra i cosiddetti sport minori. Un esempio è il progetto REMARE IN LIBERTA’, che riguarda giovani detenuti. L’iniziativa è del Dipartimento di Giustizia Minorile e della Federazione canottaggio ed ha l’obiettivo di avvicinare alle attività remiere i giovani detenuti di cinque Istituti Penitenziari Minorili (IPM) e i «minori e giovani adulti in carico ai servizi della Giustizia Minorile e agli Uffici di servizio sociale per i minorenni». I detenuti possono praticare il canottaggio indoor o anche in barca presso società sportive, allo scopo di “ricostruire una sana socialità e di condividere i valori dello sport: disciplina, rispetto dell’ambiente naturale, delle regole e degli altri, spirito di squadra, competizione”. I più bravi faranno parte di una Rappresentativa che ad ottobre parteciperà e gareggerà all’evento “Rowing for Paris”, in vista delle Olimpiadi 2024. Un altro sogno, questa volta olimpionico, potrebbe realizzarsi!

Se vuoi saperne di più, Luca Iovine e Raoul hanno parlato di questi temi: sport, integrazione e finanza pubblica, sabato mattina alle 8.25 nella rubrica “Economia per tutti”.

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