Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato della tecnologia NFT. A proposito, è intervenuto l’avvocato esperto di arte Simone Morabito.
Buongiorno Simone, bentornato! Qual è la differenza tra un NFT e criptovalute?
«Buongiorno a tutti! C’è un’espressione idiomatica anglosassone che dice che il diavolo è nei dettagli, che in questo caso sono i token. Giuridicamente, i beni fungibili sono quelli che possono essere sostituiti: 10 euro tuoi sono uguali a 10 euro miei, ad esempio. Gli NFT, Non Fungible Token, sono token non fungibili, sono unici, sono stati creati per riuscire a rendere unico quel tipo di token.»
Perché sentiamo parlare di NFT soprattutto in materia di mercato dell’arte?
«Gli NFT sono l’ultima frontiera della crypto art. La crypto art è il genere, una tipologia nata negli anni ’80. Se ne sente parlare perché va di moda, ma anche perché la blockchain, ovvero la tecnologia che c’è dietro questi token, riesce a risolvere molti problemi legati al diritto dell’arte. Innanzitutto, quello dell’autenticità, se un’opera viene tokenizzata, non è più soggetta ai problemi dell’unicità, perché non è più falsificabile. Poi risolve problemi di diritto di seguito, cioè le vendite successive alla prima. Con la tecnologia NFT, chi crea l’opera d’arte può continuare a beneficiare delle vendite anche successive alla prima. Ad esempio, se io vendo a te un’opera per 10 euro, e tu la vendi a un altro per 10 milioni, tu guadagni tanto, ma io non ne partecipo.»
Tu consigli di investire in NFT?
«Io mi occupo del diritto legato all’arte, e ne ho comprati.»
Riusentiamoci, dato che su NFT e cryptovalute c’èe ancora tanto da dire e da sapere!
«Sì, e pensate che venerdì a Torino faremo un convegno sullo stato dell’arte digitale. Ciao, Kiss Kiss a tutti!»