Medioriente, ancora incursioni a Gaza, in Daghestan la protesta contro Israele

L’esercito israeliano intensifica le operazioni a Gaza. Nella notte -con la protezione dei carri armati- le truppe di terra sono entrate nella Striscia attaccando postazioni di Hamas all’interno di alcuni edifici e rispondendo agli agguati dei miliziani che spuntavano dai tunnel. Bombardate anche zone molto vicine ad ospedali che i terroristi -secondo Israele- usano come basi e ed armerie. Allo stesso modo continuano anche i lanci di razzi verso il sud dello stato ebraico.

Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con il premier Netanyahu ribadendo il diritto d’Israele a difendersi, come pure la necessità di sottrarre i civili palestinesi dall’offensiva. Washington fa sapere che non invierà soldati, ma intanto la Giordania chiede missili Patriot per potersi difendere.

La situazione umanitaria a Gaza è drammatica. Ieri assaltati due depositi dell’agenzia Onu per i rifugiati, assicurato un maggiore impegno sotto il profilo della distribuzione di aiuti. Da inizio conflitto entrati -dal valico di Rafah- oltre 110 camion in tutto, ma prima della guerra erano 500 al giorno. Il rischio è che il conflitto in Medioriente possa allargarsi, tuttavia l’Iran smentisce di avere fornito supporto ad Hamas per l’attacco del 7 ottobre.

I familiari degli ostaggi protestano a Tel Aviv contro Netanyahu, mentre nel Daghestan russo -a maggioranza musulmana- in centinaia sono entrati sulla pista dell’aeroporto di Machackala bloccando un velivolo proveniente da Israele: fallito il tentativo di aggressione ai passeggeri, le autorità fanno sapere di avere arrestato una sessantina di persone.

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