Maria Sole Tognazzi è stata ospite di Lucilla e del programma “Stasera che serie” su Radio Kiss Kiss dove ha raccontato il dietro le quinte della terza stagione di Petra, la serie di successo in onda su Sky Cinema e Now. La regista ha condiviso aneddoti dal set, parlato del suo sodalizio artistico con Paola Cortellesi e offerto alcuni consigli ai giovani che sognano di lavorare nel cinema.
Il segreto del successo di Petra secondo Maria Sole Tognazzi
Durante l’intervista, la regista ha spiegato perché, secondo lei, Petra è diventata una delle serie più amate dal pubblico di Sky. “Petra è Paola Cortellesi, niente popò di meno che Paola Cortellesi”, ha dichiarato. “Credo sinceramente che il grande successo della serie sia merito suo: di come è riuscita a interpretare questo personaggio meraviglioso, nato dalla penna di Alicia Giménez Bartlett. I romanzi sono conosciuti in tutto il mondo, ma Paola ha avuto la capacità di trasformare un personaggio che, diciamolo, sulla carta poteva sembrare antipatico, poco empatico, un po’ cinico e burbero, in una figura che risulta invece profondamente umana. È una donna vera, complessa, ma anche di una simpatia inaspettata. Penso che proprio per questo arrivi così diretta al pubblico. E questo è il grande merito di Paola, che è stata davvero bravissima e che, francamente, è forse l’attrice più amata che abbiamo in Italia. Questo ha contribuito tantissimo al successo della serie”.
Tognazzi ha aggiunto che oggi il pubblico cerca autenticità nei personaggi, e che proprio la sincerità e la schiettezza della Petra interpretata da Cortellesi hanno conquistato gli spettatori. “Forse in un periodo in cui abbiamo bisogno di contenuti più autentici, di storie senza filtri, la sua Petra arriva dritta al cuore del pubblico”, ha osservato la regista.
Le scene più emozionanti e gli aneddoti dal set
Parlando delle scene a cui è più legata, Maria Sole Tognazzi ha ricordato un momento particolarmente toccante girato all’acquario di Genova. “Abbiamo filmato in luoghi che ormai sono diventati iconici per la serie. Quando si porta sullo schermo un posto riconoscibile, il pubblico finisce per affezionarsi. Penso al bar San Macchiarno, dove Petra e Monte si incontrano spesso, o al “cubo di vetro”, la sede della questura. E poi, naturalmente, all’acquario di Genova: un luogo meraviglioso, dove Petra va spesso a riflettere sui casi e sulla sua vita. È un po’ il suo parco personale”.
“Durante le riprese della terza stagione”, ha continuato, “abbiamo girato una scena in cui Petra sta per andarsene e si ferma davanti a una grande vasca. In quel momento un delfino si è avvicinato, si è messo in posizione verticale e l’ha fissata per un paio di minuti, proprio come se volesse salutarla. Poi si è voltato e se n’è andato, quasi per non vederla andare via. È stato un momento magico: io e Paola non riuscivamo a crederci. Di solito queste cose si ricreano con gli effetti speciali, ma in questo caso è successo davvero. Eravamo commosse, io e Rossellini, e questa emozione si vede nella puntata. Lo racconto sempre, perché chi guarderà Petra deve sapere che quella scena è assolutamente reale, senza alcun effetto digitale”.
I consigli di Maria Sole Tognazzi ai giovani registi
Parlando dei propri modelli, Tognazzi ha citato una collega che ammira molto:
“Mi viene da pensare ad Alice Rohrwacher, che è anche un’amica. È una regista che stimo tantissimo: ogni volta che vedo un suo film rimango catturata dal suo modo di raccontare e dalla visione che riesce a esprimere”.
Rivolgendosi ai giovani aspiranti registi, ha poi condiviso il consiglio più prezioso ricevuto nella sua carriera: “Il suggerimento che posso dare è quello che ho imparato osservando gli altri: non perdere mai di vista il proprio punto di vista. Non cambiare direzione quando si decide di raccontare qualcosa. Bisogna andare dritti al punto, senza paura. Certo, è importante ascoltare gli altri — produttori, troupe, collaboratori — perché il nostro è un lavoro collettivo. Ma quando si ha una visione chiara della storia che si vuole raccontare, va seguita fino in fondo. Lo sguardo del regista è l’unica cosa che resta davvero nel film”.
Infine, Tognazzi ha rivelato quale film l’ha segnata di più:
“Uno dei film che mi ha sconvolto da bambina, e che ha contribuito ad accrescere il mio amore per questo mestiere, è Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme. Credo sia stato uno dei registi più straordinari che abbiamo avuto”.
