Presto sulle nostre tavole il lievito sintetico

Per il cinquanta per cento, il risultato del progetto internazionale Synthetic Yeast Genome, ha un Dna costruito in laboratorio

l primo lievito sintetico ha circa la metà dei cromosomi costruiti in laboratorio. È il risultato di una ricerca internazionale, il Synthetic Yeast Genome Project, dalla portata rivoluzionaria. Si immagini le implicazioni relative allo studio del Dna naturale e alle possibili applicazioni nell’industria e nella biomedicina. È la prima volta che, grazie alla biologia sintetica, si riesce a riscrivere il genoma di un eucariota, il cui organismo è particolarmente complesso quasi come quello dei mammiferi. Prima, la ricerca ci era riuscita solo con i virus e i batteri.

Se ne è avuta notizia, dopo la pubblicazione di diversi articoli sulle riviste “Cell”, “Molecular Cell” e “Cell Genomics”. In particolare è stato riscritto, dopo dieci anni di duro lavoro in laboratorio, il sistema operativo del lievito di birra. Grazie all’avanzamento inarrestabile dell’ingegneria biologica si è giunti alla progettazione e alla costruzione di interi genomi. Il Saccharomyces cerevisiae, il comune lievito di birra, è un organismo caratterizzato dalla presenza di un nucleo ben definito al cui interno è presente il materiale genetico.

Quali strade si aprono adesso per la ricerca?

Adesso, l’obiettivo è quello di riuscire a replicare in modo artificiale il Dna naturale anche di altri organismi. Seguendo lo stesso metodo. Una procedura che ha permesso di avanzare in modo graduale, limitando i possibili errori presenti nelle sequenze genetiche artificiali. Il danno sarebbe stato irreversibile perché avrebbe portato alla morte delle cellule. Un altro importante scopo della ricerca è quello di studiare gli aspetti ancora poco chiari sulle funzioni del cosiddetto Dna spazzatura, che non viene usato in modo attivo per generare proteine.

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