Investigatori privati assunti per sorvegliare i dipendenti: le novità della Cassazione

Accade sempre più frequentemente che le imprese si avvalgano dei servizi di agenzie investigative per controllare i dipendenti, ma cosa ci dice l’ultima sentenza della Cassazione in merito?

Oggi in Good Morning Kiss Kiss Max e Max hanno chiacchierato con l’avvocato Paolo Storani per discutere della sentenza della Cassazione per quanto riguarda le aziende che fanno sorvegliare i dipendenti da investigatori privati.

Questa mattina stiamo parlando di lavoro, in particolare di una recente sentenza della Cassazione che legittimerebbe l’utilizzo di agenzie investigative da parte dei datori di lavoro per l’operato dei loro dipendenti. Il nostro riferimento è il cassazionista Paolo Storani. Buongiorno avvocato, bentornato!

Buongiorno a tutti gli ascoltatori.

Allora, cosa significa questa sentenza per i lavoratori che adesso verranno controllati ulteriormente?

Questa ordinanza del 20 giugno scorso non rispetta le titolazioni che hanno fatto i vari organi di informazione. Tante volte si fa un’informazione un po’ approssimativa e rapida. In realtà, è chiaro che il datore di lavoro può effettuare attraverso terzi il controllo dei lavoratori, che siano guardie giurate o addetti di un’agenzia investigativa, ma tutto questo non può riguardare l’inadempimento del lavoratore, cioè la sua laboriosità, ma deve sempre essere pertinente a ipotesi di carattere penale come l’appropriazione indebita di denaro. In questi casi, c’è il sospetto che sia in corso di esecuzione un illecito (non si parla di lavoratori scansafatiche) o di un abuso dei permessi della Legge 104. In questi casi è tutto legittimo, ma non è una novità perché negli ultimi vent’anni, tramite le sentenze della Cassazione, è consentito l’uso dell’agenzia investigativa, ma a fronte di un sospetto.

Quindi ci deve essere un sospetto reale o può essere fatto anche in forma preventiva?

Molto dipende dal fatto concreto. In questa sentenza la Cassazione non dà ragione o torno a nessuno. Dice al giudice di merito di rinviare il processo perché la Corte non ha capito se l’intervento dell’investigatore era per accertare l’inadempimento contrattuale e ciò sarebbe vietato, oppure si è di fronte a un precedente. Il fatto non era ben spiegato dai giudici di merito e ciò è fondamentale perché quello della Cassazione è un giudice di legittimità.

Va bene, ci siamo tolti un dubbio che attanagliava i lavoratori. Avvocato grazie di essere stato con noi!

Un abbraccio a tutti e kiss kiss.

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