Inquinamento dei mari: i dati di Greenpeace

L'inquinamento dei nostri mari in Italia diventa sempre più preoccupante ed i dati di Greenpeace ne danno una panoramica.

Questa mattina, ospite ai microfoni di Radio Kiss Kiss in Good Morning Kiss Kiss è intervenuto Giuseppe Ungherese, Responsabile delle campagna inquinamento Greenpeace Italia.

Buongiorno Giuseppe e Kiss Kiss a te! E soprattutto buon lavoro per quello che fate sempre voi di Greenpeace Italia, impegnati fra l’altro in un lavoro molto importante, una spedizione nel Mediterraneo, giusto? Per capire un po’ la situazione dell’inquinamento, cosa avete rilevato fino ad oggi e soprattutto dove.

 «Buongiorno a tutti voi e grazie mille per l’invito. Allora in queste settimane con la spedizione in mezzo al mare stiamo navigando nel Mar Tirreno centrale e meridionale a documentare non solo le bellezze dei nostri mari in Italia ma anche tutti quegli spazi riconducili alle attività umane tra cui il cambiamento climatico ma anche l’inquinamento da plastica. Lo scenario che emerge ha due facce: da un lato vediamo un mare vivo, ricco di biodiversità e di animali iconici e straordinari, nei giorni scorsi – ad esempio – abbiamo visto navigando tantissime tartarughe in acqua, delfini come le stenelle, gruppi particolarmente numerosi, ben venti esemplari in acqua ed anche qualche balenottera all’orizzonte; poi dall’altra parte però abbiamo visto anche gli scarti sempre più crescenti della plastica, proprio nei giorni scorsi abbiamo finito e completato il monitoraggio sui fondali di Ischia con delle immersioni attraverso una particolare strumentazione che permette di andare sino a duecentocinquanta metri di profondità, laddove il nostro occhio non può arrivare.»

E com’è la situazione?

«Purtroppo su quei fondali abbiamo visto tanti resti della pesca, quella distruttiva, che fa generare un grave impatto sui fondali, c’erano infatti tante reti ed attrezzi da pesca abbandonati e rifiuti in plastica usa e getta, secchi di vernice. Non solo però, perchè c’erano anche delle cose splendide come il corallo rosso, straordinario.»

Ischia ed il Golfo di Napoli, da sempre sono produttrici di corallo con gli artigiani e gli artisti più grandi al mondo che lavoravano e lavorano, tutt’ora, il corallo purtroppo per poco perchè poi è scomparso quasi completamente.

 «Eh sì, sul corallo la vicenda è abbastanza curiosa perchè lo troviamo solo al di sotto di una certa profondità, laddove non riusciamo ad arrivare per lo sfruttamento. »

Giuseppe, come possiamo darvi una mano a denunciare, se dovessimo scoprire qualcosa anche noi cittadini dal punto di vista dell’inquinamento marino?

 «Noi di Green Peace Italia vi invitiamo a scriverci ai nostri recapiti che sono praticamente sul sito greenpeace.it per segnalarci situazioni ambientali particolari, proprio perchè noi monitoriamo il mare e stiamo lavorando affinché si crei anche in Italia una rete efficace di aree marine protette che copra il 30% dei nostri mari entro il 2030, un impegno già preso dal nostro governo e che serve per salvaguardare il mare ma anche noi stessi che comunque dipendiamo dal mare, il più grande produttore di ossigeno sul Pianeta. Il mare ci protegge dagli eccessi dei cambiamenti climatici ed è una fonte importante per il nostro sostentamento, quindi salvaguardiamo tutti quanti insieme il mare. »

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