Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato dei migranti climatici con la dott. Angelica De Vito, consulente diplomatico che si occupa di come la crisi climatica stia influendo sui diritti fondamentali dell’uomo.
Buongiorno Angelica! Tu sei di Scampia, sei laureata a Napoli giusto?
«Buongiorno a voi! Io sono laureata in Giurisprudenza a Napoli alla Federico II, poi sono andata negli Stati Uniti per completare una double degree, sempre in studi giuridici.»
Doppia laurea quindi.
«Sì, non mi bastava studiare solo in un Paese.»
Oggi ci porti delle buone notizie. Sei di ritorno dal Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, a New York, e vuoi darci una buona notizia.
«Allora, lo scorso 10 novembre, per la prima volta, è stato riconosciuto per la prima volta il cosiddetto problema dei migranti climatici. Lo fa un paese inaspettato, che è l’Australia. Infatti, l’Australia, che non è riconosciuto tra i paesi più ospitali al mondo, decide di riconoscere l’asilo climatico agli abitanti dell’arcipelago delle Tuvalu. Sono delle isole del Pacifico che hanno una caratteristica: quella di distare dal mare solo due metri. Quindi vuol dire che a breve verranno completamente sommerse e rientreranno a far parte di quelle terre inospitali ed inabitabili. Però, per evitare che un popolo si sposti in maniera repentina, decidono di accogliere 280 persone ogni anno. Questo è importante perché per la prima volta si riconosce che vi è una migrazione climatica dopo tanti anni di lotte. E dall’altro lato, si decide di intervenire per evitare che vi sia un vero e proprio displacement, cioè una diaspora di persone che si spostano in massa. Perché a seguire, dopo le Tuvalu, ci saranno i Kiribati e tutte le altre isole del Pacifico.»
Succederà anche ai veneziani.
«Vero. In Italia ci potrebbe essere un problema del genere, perché la caratteristica delle migrazioni climatiche è che prima le persone si spostano verso l’interno nella medesima zona, e poi verso l’esterno. Quindi, da Venezia probabilmente si dovranno spostare verso Padova.»
Qui non parliamo di un’eventuale emergenza climatica, ma di un dato di fatto. L’Australia ha riconosciuto che tra poco gli abitanti delle Tuvalu saranno sommersi e che non potranno più vivere lì, perciò hanno deciso di iniziare ad accoglierli. Stiamo parlando di cose che stanno già avvenendo, questo a discapito di chi ancora si stesse ponendo il dubbio se siamo in emergenza climatica o no. Si sta già studiando come risolvere.
«A breve verrà anche ratificata questa normativa. Diventerà ufficiale, speriamo già nel gennaio 2024. A catena, mi auguro che possa esserci un forum dedicato ai migranti climatici. Per ora questo è un problema considerato di nicchia. Già lottiamo per dire che esiste la crisi climatica, immaginiamo i migranti climatici.»
Sappiamo che sei attivissima anche sui social. Per seguirti come si fa e beccare una notizia bella?
«Ogni lunedì tendo a pubblicare le notizie positive della settimana. Quindi, i grandi cambiamenti che dovremmo prendere a modello. Anche perché condividere le grandi tragedie che sono sotto gli occhi di tutti non fa che aumentare la cosiddetta ansia climatica. Tantissimi giovani non vogliono neanche parlarne di questo tema, perché si sentono così impotenti da dire “penso al Natale, penso al Black Friday”»
Ti possiamo avere ogni tanto in diretta, anche dall’ONU, per darci delle belle notizie green?
«A quest’ora è un po’ notte, però va bene!»
Grazie davvero per essere stata qui con noi!
«Grazie a voi!»