Glitter, gli diciamo addio in nome del Green Deal

L’Unione Europea vieterà la commercializzazione anche di altri prodotti, per evitare la dispersione di microplastiche nell’ambiente

Addio ai glitter colorati. Dal 15 ottobre non è più possibile acquistarli per il make-up allegro di una serata di festa o per abbellire i bigliettini di auguri. In nome della lotta alla dispersione della plastica nell’ambiente, in particolare delle microplastiche, non era più possibile che se ne producessero visto che la loro eliminazione avveniva quasi esclusivamente nell’atmosfera. Ormai nulla resta incontaminato, sono state trovate tracce nelle nuvole e negli organi umani.

La decisione presa dall’Unione Europea è irrevocabile. Si calcola che solo in Europa 42mila tonnellate di questo tipo di sostante siano state rilasciate nell’ambiente. Adesso, si punta a limitare la dispersione di almeno il 30% entro il 2030, con l’invito alle aziende che finora lo hanno prodotto di trovare misure alternative e ecocompatibili.

Quando sono stati inventati i glitter?

Il glitter ha una storia molto lunga alle spalle. Fu prodotto per la prima volta nel 1934, in una fabbrica del New Jersey da Henry Ruschmann. Quasi per caso. La parola deriva dall’antico norvegese glitra, un verbo che significa scintillare. Il primo uso noto della parola glitterera risale al XIV secolo, ma ci sono macchie di mica (un tipo di roccia brillante che è ancora usato per rendere la nostra vernice multiformemente brillante) rossa, nera e bianca, in grotte dipinte nel Paleolitico superiore, che va dal 40.000 al 10.000 a.C.

La natura ringrazia

Con questo divieto non sarà più possibile vendere prodotti fatti con le particelle di polimeri sintetici inferiori a cinque millimetri e che resistono alla degradazione. Quindi glitter usati per i cosmetici o per le decorazioni, alcuni prodotti per le unghie, o anche le microsfere per l’esfoliazione, alcune componenti di detersivi, ammorbidenti o fertilizzanti.

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