Giovani “bamboccioni”? Sport, scuola e viceversa, per migliorarsi nella vita e nel lavoro

Sport, scuola per migliorarsi nella vita e nel lavoro: questo è il nuovo argomento di "Economia per tutti" con Luca Iovine.

I ragazzi di oggi scoordinati, meno scattanti di quelli di qualche generazione fa e difettano anche in destrezza, tanto da sembrare dei robot: lo ha dichiarato recentemente mister Andreozzi, vice-direttore tecnico della nazionale under 23, 20, 18 della Federazione italiana di atletica leggera.

L’allarme lanciato non ha a che fare solo con le prestazioni sportive dei giovani italiani, ma investe una intera generazione ed il Paese nel suo insieme. I nostri ragazzi praticano poco sport all’aperto e questo non stimola l’attività aerobica che d’altronde migliora le capacità fisiche ma aiuta anche la memoria e la concentrazione. Ed è un fatto scientifico assodato. Le dichiarazioni di Andreozzi seguono di qualche anno quelle di Tommaso Padoa-Schioppa, ex Ministro dell’economia e delle finanze della Repubblica italiana, che definì i giovani di oggi “bamboccioni”, poco inclini al sacrificio, poco maturi. Ora non vogliamo scatenare nuove polemiche sull’argomento ma c’è un grande legame tra mondo del lavoro e scuola, economia, qualità e competenze dei giovani. Attività motoria e studio sono due facce dello sviluppo complessivo e dell’equilibrio delle persone, oggi un po’ distratte da social e più in generale dal digitale.

L’iniziativa “Adotta una Scuola – Kids & Junior on Board!” proposta dalla Federazione Italiana Canoa Kayak è un ottimo esempio di come sport e didattica possano essere integrati per promuovere il benessere e lo sviluppo dei ragazzi. Questa progettualità mira a introdurre la pratica della canoa nelle scuole primarie e secondarie, promuovendo l’attività sportiva ad alto contenuto formativo sia dal punto di vista fisico-motorio che emotivo-relazionale. L’obiettivo è quello di avvicinare i preadolescenti alla canoa, superando gli ostacoli logistici e finanziari, e promuovendo l’inclusione sociale attraverso lo sport.

Oltre a favorire il benessere fisico, l’attività sportiva stimola il problem-solving e aiuta gli studenti a migliorare non solo le loro prestazioni scolastiche ma anche quelle emotive, relazionali e sociali, molto importanti nella vita e nel lavoro. A questo proposito le scuole finlandesi, tra le migliori al mondo, enfatizzano l’importanza dell’emotività e dell’autonomia nell’educazione dei bambini. L’approccio della scuola finlandese mira a sviluppare un’educazione basata sull’ascolto delle emozioni degli studenti e sulla promozione dell’autonomia di pensiero e gestione del tempo, sin da piccoli.

Sulla gestione delle proprie emozioni lavorano decisamente, seppure indirettamente, gli sportivi i cui allenamenti oltre al corpo hanno effetto, naturale, sulle soft skills: spirito di sacrificio, team building, orientamento al risultato. Tuttavia spesso i giovani atleti trascurano altri aspetti più propriamente scolastici e culturali che poi risultano decisivi a fine carriera. E’ nato per questo il progetto Dual Career, un’iniziativa del CONI e di diverse università italiane, finanziata con fondi europei, che mira a supportare gli atleti nel perseguire una carriera sportiva di alto livello e al contempo ottenere una formazione accademica completa. Spesso gli atleti agonistici (non sempre professionisti milionari) devono sacrificare parte significativa del loro tempo a causa di allenamenti e competizioni che rendono complicato lo studio. Il progetto Dual Career si impegna a garantire che gli studenti-sportivi abbiano l’opportunità di sviluppare anche le loro competenze accademiche e culturali, offrendo un sostegno specifico, in vista della laurea.

Se vuoi saperne di più, Luca Iovine e Raoul hanno parlato di questi temi: sport, formazione e lavoro, sabato mattina alle 8.25 nella rubrica “Economia per tutti”.

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