Giornata contro il bullismo e cyberbullismo: dei fenomeni in aumento

Giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo, ne abbiamo parlato con Antonio Affinita, presidente del MOIGE.

Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato di bullismo e cyberbullismo in occasione della giornata mondiale. Con Max e Max è intervenuto il presidente di MOIGE Antonio Affinita.

Buongiorno Dottore, bentornato!

«Buongiorno a voi e agli ascoltatori! Come dicevate prima, di campagne sul tema se ne fanno, ma il lockdown e la pandemia hanno riportato a zero tutto l'impegno del mondo associativo a tutela dei minori. Prima parlavate dei ricordi di episodi di bullismo. Infatti, il body shaming è la prima ragione per cui si bullizza una persona. Anche caratteristiche difficilmente modificabili, una persona alta o bassa, col naso greco o il naso francese. »

Si sfrutta l'evidenza, quello che si vede di fronte viene sfruttato per fare bullismo, no?

«Purtroppo sì. C'è una carica di tensione, magari alimentata da internet e dai social, di violenza. Anche l'esplosione delle baby gang è un fenomeno abbastanza grande che caratterizza le nostre città. Bisogna riscoprire i valori come amicizia e rispetto, che sembravano scontati per una società civile. Questa è la sfida più difficile. Poi ricordiamo che la legge contro il bullismo non ha un grande sostegno in termine di aiuti e destinazione di risorse. Diciamo che sul tema si torna soprattutto all'inizio di febbraio, poi durante l'anno è una problematica su cui si viene meno.»

Essere genitori di bulli: come si spiega ai ragazzi e ai bambini il rispetto per gli altri? E se si è genitori di bullizzati: come si spiega ai ragazzi e ai bambini il rispetto per gli altri? Le due facce della medaglia insomma.

«Innanzitutto, quando un ragazzo fa il bullo è esposto a un ambiente dove fare il bullo è un valore. Cresce in una cultura di sopraffazione, che non è solo una cultura familiare, perché oggi non educano solo mamma e papà, ma anche lo sport, la scuola, i social, che il più delle volte non sono controllati dai genitori. ma questo viene impedito dalle piattaforme. Noi genitori spesso veniamo additati come unici responsabili di una problematica educativa, ma per educare un figlio ci vuole tutto un villaggio che collabora. Se in una società sportiva non si diffondono i valori sportivi, ma giocare sporco e farla pagare negli spogliatoi, la famiglia rimane parte lesa. E pensiamo che i genitori per portare il pane a casa lavorano tutta la giornata.»

Il concetto è chiaro, all'educazione partecipa tutto il villaggio.

«È un esigenza. Saremo lieti e parleremo di un reddito che sostenga i genitori.»

Ci sentiremo presto, magari i numeri miglioreranno. Grazie per essere stato con noi!

«Grazie a voi per aver approfondito il tema.»

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