Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato dell’Eurodigitale con l’economista Alan Friedman.
Buongiorno, bentornato!
Buongiorno a tutti gli amici di Radio Kiss Kiss.
Allora l’euro digitale, cosa potrebbe cambiare? E soprattutto cosa significherebbe per il contante questa proposta.
Sempre più digitale, sempre più posti in modo da ridurre l’evasione fiscale a livello nazionale ed in modo da avere più efficienza. L’euro digitale fa parte della serie di aspetti economici del rapporto fra l’Italia e l’Europa che comprendono il PNRR, il famoso MES che governo deve ancora ratificare e il patto di stabilità in cui vedremo se l’Italia sarà costretta a ridurre il deficit del debito o ci sarà più flessibilità. Insomma tutta una serie di sfide del governo Meloni.
Quindi fa parte, in qualche modo, dell’ingranaggio che si è messo in moto da qualche mese. Ma l’euro digitale in realtà esiste già.
Sì, ma l’euro digitale è meno importante per l’economia italiana come tema oggi rispetto la sfida del governo Meloni per raggiungere un accordo con l’Europa per spendere i cosiddetti 200 miliardi. Abbiamo sentito che c’è stata un opera di realismo della Meloni. Realismo vuol dire sapere che se l’Italia continuasse a fare le spese delle infrastrutture richieste dal PNRR, l’Italia avrà sicuramente una ricrescita. Non c’entra il MES, non c’entra l’euro digitale. Il tema dell’economia italiana ora è “spendere i soldi o rinunciare all’opportunità”.