Embargo del gas: la situazione italiana

La crisi del gas in Italia ha creato una situazione con scenari diversi. Ne parliamo con Gianluca Di Ascenzo, Presidente Codacons.

Questa mattina a Radio Kiss Kiss abbiamo parlato dell'embargo del gas e di quello che significa per i consumatori.




Per fare il punto della situazione è intervenuto Gianluca Di Ascenzo, Presidente Codacons:

Cosa succederebbe se smettessimo di prendere il gas dalla Russia?
«La situazione è complessa e anche la Banca d'Italia ha prospettato diversi scenari, dal più morbido al più severo. Stando a quanto si legge in questi giorni, se smettessimo di importare il gas dalla Russia, avremo un'autonomia di circa tre-quattro mesi. Nel frattempo, come ci ha detto il Governo, il Presidente Draghi e il Ministro Di Maio stanno andando in Algeria per cercare altri partner, tra cui anche Stati Uniti, Qatar e Azerbaijan. In questo momento ci si sta muovendo, ma come ha detto la Banca d'Italia, questo potrebbe comportare un calo del Pil di mezzo punto percentuale e un'inflazione nel 2023 dell'8%. Quest'ultimo, però, è uno degli scenari e non una previsione.»

Queste eventuali nuove forniture da nuovi Paesi a che prezzo le pagheremmo?
«Sono trattative diplomatiche e sicuramente non indolore. In Italia abbiamo sempre puntato ad aumentare la produzione di energia dalle rinnovabili; al momento siamo al 20%, ma questi sono interventi che richiedono anni per riuscire ad importare di meno. Nel frattempo il Governo sta pensando ad aumentare la possibilità di importare gas attraverso il TAP, che porta il gas in Puglia, aumentando la produzione in Italia. Sappiamo che abbiamo giacimenti, però nel tempo abbiamo smesso di estrarre, passando dai 30 miliardi di 30 anni fa ai circa 4 miliardi dello scorso anno. Questo anche perché in alcuni pozzi era diventata più costosa l'estrazione rispetto al beneficio. Via via, si è preferito importare il gas piuttosto che estrarlo. Adesso si sta discutendo sulla riattivazione o "coltivazione" di alcune piattaforme.»

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